Roma, missione Luis Enrique

Roma, missione Luis Enrique

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IL MESSAGGERO (U. TRANI) – «Franco, prendi Luis Enrique: è il tecnico che si sposa bene con il vostro progetto». Pep Guardiola, interpellato dall’amico Baldini, indica l’allenatore secondo lui giusto per la nuova Roma. Il suggerimento del top coach del Barça, disinteressato (non è il suo procuratore) e anzi ben mirato alle esigenze del club giallorosso che cerca un emergente per la panchina, conferma l’improvvisa virata di martedì dei dirigenti giallorossi: Walter Sabatini volerà presto in Spagna per conoscere meglio la possibile guida per il futuro. L’asturiano, dunque, entra nella lista dei pretendenti e scala immediatamente diverse posizioni.

Accanto a lui hanno ancora chances Didier Deschamps e, anche se tutti negano, Delio Rossi. Come nome di scorta, in attesa da venerdì, c’è sempre Stefano Pioli.

Ma bisognerà aspettare la prossima settimana per la scelta definitiva. Luis Enrique Martinez Garcia, 41 anni compiuti lo scorso 8 maggio, incontrerà nelle prossime ore il diesse giallorosso che gli chiederà la disponibilità di trasferirsi alla Roma. E’ libero, avendo rifiutato a marzo di rinnovare con il presidente Rosell che lo voleva ancora sulla panchina del Barcellona B. Dove arrivò il 18 giugno del 2008 prendendo il posto, guarda caso, di Pep Guardiola, promosso in prima squadra.

L’obiettivo di Luis Enrique è di seguire le orme dell’ex compagno di nazionale e nel Barça: diventare allenatore della formazione blaugrana. Ipotesi che esiste, anche subito, se il collega dovesse lasciare dopo la finale di Champions, sabato a Wembley. Per la verità, se la Roma deciderà di puntare sull’ex attaccante esterno di Real e Barcellona, la vera rivale è l’Atletico Madrid: un paio di mesi fa è stato allertato e in questi giorni dovrebbe avere un colloquio più particolareggiato sui programmi del club. La Roma, però, si è già mossa.

Sabatini, già da qualche giorno attraverso un suo collaboratore in Spagna, e ovviamente Baldini, grazie a Guardiola che potrebbe anche essere utile per convincere il collega che preferirebbe crescere nella Liga prima di spostarsi all’estero. L’identikit di Luis Enrique coincide con le caratteristiche pretese dalla nuova dirigenza, tra l’altro simili a quelle di Villas Boas, da mesi prima scelta per la panchina giallorossa. I quattro titoli vinti in questa stagione dall’ex assistente di Mourinho con il Porto hanno reso più difficile il suo ingaggio: le vittorie hanno allontanato l’obiettivo dia Baldini. Villas Boas, la settimana scorsa, ha chiarito che lui non si sente allievo dello Special One ma del Pep.

Quindi i dirigenti giallorossi prendono come riferimento sempre il lavoro di Guardiola. Luis Enrique, in sintesi, seleziona i migliori giocatori della Cantera, il settore giovanile del Barça, li imposta e li prepara nel Barcellona B per poi farli debuttare in prima squadra. Il Pep si fida e, a vedere i risultati, fa bene. L’asturiano lavora molto sul campo, attentissimo al possesso palla e anche alla fase difensiva. E all’alimentazione dei giocatori, quindi alla bilancia. Sabatini, rientrato ieri mattina dall’Argentina, vedrà anche Deschamps: il francese, 42 anni, vuole andarsene dall’Olympique Marsiglia. Ben disposto ad allenare i giovani e più esperto di Luis Enrique, avendo già guidato il Monaco e la Juve, l’ex bianconero anche come look piace a Baldini e Sabatini. Educato con arbitri e avversari, ha insomma il phisique du role.
Marcelo Bielsa, invece, ha il profilo giusto solo perché come gli altri in lista, Pioli compreso (ieri vertice con il Chievo: «interlocutorio» per il tecnico), è uomo di campo, cioè addestra i giocatori e i reparti. Ma l’argentino, 56 anni e sino a febbraio cittì del Cile, non allena un club da 13 anni. E sta trattando, da Buenos Aires (un hacker lo aveva fatto arrivare in Spagna martedì, con tanto di foto), con il Siviglia e il Real Sociedad. Delio Rossi entra in lizza in caso di successo del Palermo, domenica sera, nella finale di Coppa Italia contro l’Inter all’Olimpico.

Baldini ieri mattina ha visto Pallotta a Londra: colloquio intenso e di sostanza. Anche il socio di DiBenedetto ha sposato la linea tecnica: calciatori giovani e affamati. A Roma, invece, ancora non si sa quando Sabatini entrerà a Trigoria (non oggi, fa sapere). Prima deve vedere Montali, che domani partirà per Londra, per presenziare alla finale di Champions. Anche Pradè volerà in Inghilterra domani per non perdersi la finale di Wembley. Se quel giorno Sabatini andrà per la prima volta a Trigoria troverà la prima squadra in campo, ultimo test prima delle vacanze, contro la Primavera di Alberto De Rossi, lui di sicuro amico del nuovo diesse. Che assicura: «Sarà una Roma forte».

Dopo aver bloccato il trequartista Lamela del River Plate («Buon giocatore»), sta valutando se prendere lui o Alvarez del Velez. Per quel ruolo segue anche Paredes, 17 anni, del Boca Juniors, che però è estracomunitario. Come Pereyra, esterno offensivo del River Plate. Nella lista di Sabatini anche il terzino Monzon del Boca Juniors e il centrocampista Augusto Fernandez del Velez.

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