LEGGO – F. BALZANI – «Qaddumi non ha consumato l’investimento, l’accordo è da considerarsi risolto». La fumata è stata nerissima. Il presunto sceicco non ha versato i 50 milioni richiesti dalla Roma e le garanzie affidate al fondo Usa J.P. Morgan non sono bastate. Il comunicato della Roma ha sancito la fine di una telenovela dai contorni grotteschi. «Facendo seguito al comunicato pubblicato il 24 febbraio con riferimento al contratto preliminare sottoscritto con lo sceicco Adnan Adel Aref al Qaddumi per il suo coinvolgimento, diretto o indiretto, con il gruppo azionario che detiene la quota di controllo di NEEP Roma Holding, e il termine ultimo del 14 marzo 2013 per il potenziale Partner per finanziare l’intero prezzo di acquisto del suo investimento, AS Roma SPV LLC – sentita la Consob – informa che il partner non ha consumato l’investimento, non c’è accordo per prorogare il termine per la chiusura della transazione e l’accordo preliminare deve essere considerato risolto».
Nessuna proroga quindi anche perché in giornata erano emersi dubbi in merito alle richieste di Qaddumi: una poltrona da vice presidente e una quota rilevante nel Cda oltre a una posizione di primo livello nel progetto stadio. Tanto, troppo per Pallotta che aveva confidato nel nuovo socio fino all’ultimo (nonostante il suo passato discutibile) al contrario di UniCredit che invece aveva cercato di mettere in guardia il presidente. In Usa Pallotta era con Zanzi (Baldini è tornato) e ha troncato la negoziazione, ma non la ricerca di nuovi soci. «Peccato, ma il progetto va avanti – si legge in una nota del presidente-. L’esito non avrà alcuno impatto, restiamo impegnati a rafforzare questo marchio per costruire una grande squadra a cominciare dal nuovo stadio che faremo insieme alla Nike. Continueremo a lavorare a stretto contatto con UniCredit per soddisfare le esigenze finanziarie del club». Sfumato lo sceicco, non sfuma l’inchiesta della Procura per aggiotaggio.