C’è tutto per approcciarsi al match contro l’Atalanta con la massima cautela. Storicamente queste sono infatti le classice partite dove sul versante Roma sanno regalare brutti scherzi. Mourinho ne è consapevole e ha iniziato a preparare la sfida già al fischio finale della partita di giovedì sera. Ha avvertito la squadra, singoli e ambiente di non esagerare con i trionfalismi. Fa bene a tenere alta la tensione. Se non fosse stato per l’accento sembrava di riascoltare il discorso di Spalletti sul “tacco e punta“. Quella era un’altra Roma e anche un altro mondo. È comunque curioso che a distanza di così tanto tempo, due allenatori così diversi abbiano focalizzato l’attenzione sullo stesso punto. José, memore di quanto accaduto un paio di settimane fa, è ormai consapevole che basta po- coal suo gruppo per deragliare.
E come scrive il Messaggero, oggi l’insidia è doppia. In primis perché affronterà una squadra che non gioca le coppe e si presenterà all’appuntamento certamente più riposata della Roma che negli ultimi 10 giorni ha giocato 4 volte. E poi, se è vero che con Gasperini ha sempre avuto vita facile (5successi e 2 pareggi), la nuova Atalanta sembra costruita per creare grattacapi alla Roma. Squadra che ha abbassato il baricentro di almeno 20-25 metri rispetto alle passate stagioni, lascia il pallino all’avversario e gioca a uomo a tutto campo. Ma José, con il rientro di Zaniolo, potrà nuovamente contare sul quadrilatero magico: in mediana toccherà proprio a Pellegrini in coppia con Cristante e davanti a Dybala e Zaniolo a supporto di Abraham. Qualità, imprevedibilità e dinamismo a supporto della squadra, completata sulle fasce da Celike Spinazzola e dietro dal terzetto inamovibile con Mancini, Smalling e Ibanez.