Roma, orgoglio e rimpianti

Roma, orgoglio e rimpianti

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CORRIERE DELLO SPORT – E meno male che non aveva ancora segnato a Firenze. Doppietta, come nel derby di sette giorni fa, su un campo che col pas­sare del tempo è diventato compli­cato per le avversarie. Doppietta che serve alla Roma per pareggiare e a lui, il più grande romanista di tutti i tempi, per entrare nel club dei 200 gol. Dal suo esordio sono passa­ti diciotto anni, si fa in tempo a na­scere e diventare maggiorenni, di­ciotto anni di Francesco Totti e di un calcio che nessuno può smettere di amare. Tutti in serie A, tutti con la stessa maglia, diciotto anni per 201 gol, adesso è a -4 da Baggio, ma se continua così, con la brillantezza, la forza, la convinzione e il piacere di giocare che anche ieri lo ha feli­cemente sopraffatto non ci metterà molto ad agguantare Roby.

Totti è stato il migliore della Ro­ma, ma di diverse lunghezze. Ha se­gnato su rigore, poi su azione, è an­dato vicino al terzo gol con un nu­mero dei suoi, ha stoppato una pal­la che, partita da una settantina di metri, il vento aveva trasformato in un aquilone (Messi può stoppare un aquilone, mica tanti altri), ha dato il via a un paio di contropiedi della Roma, ha messo Menez davanti a Boruc (parata del polacco), ha cor­so, lottato e riconquistato palla. In diversi momenti sembrava Fiorenti­na contro Totti. Sotto questo profilo, il pari è giusto. Sotto tutti gli altri, un po’ meno. La squadra di Mihajlo­vic ha giocato meglio della Roma, per segnare ha costruito occasioni più nitide, ha colpito due traverse (una straordinaria su un sinistro mi­cidiale di Vargas) che potevano por­tarla sul 3-1 e, soprattutto nel primo tempo, sospinta dal vento, ha messo in difficoltà l’incerta difesa della Roma. Per due volte non è riuscita a proteggere i gol di vantaggio pie­gandosi al carattere della squadra di Montella: su questo Sinisa dovrà lavorare.

LA TRAMONTANA – Soffiava forte e drit­ta dalla collina di Fiesole. Aveva sgombrato il cielo da ogni nube, lo aveva reso di un azzurro che faceva male a guardarlo, ma gettandosi sul prato con quella furia ha condizio­nato il gioco. La Fiorentina aveva scelto il campo e si faceva guidare e spingere da quelle folate impetuose. Un vantaggio, di sicuro, ma il vento stava aiutando la squadra più in for­ma, più convinta e più aggressiva. Mihajlovic voleva la sua prima vitto­ria da tecnico contro la Roma e così ha giocato (cambi compresi) tutta la partita. Il gol di Mutu al 21′ era sta­to anticipato da ampi segnali. E’ sta­to un gol bellissimo, anche se favo­rito da un errore ( di impeto, di ir­ruenza) di Mexes che è uscito dalla linea di difesa col tempo e il modo sbagliato: su passaggio di Vargas, il rumeno è schizzato verso la porta di Doni e poco prima che Juan potesse chiudergli lo spazio, con un diago­nale di sinistro ha messo la palla sot­to le gambe del portiere brasiliano.

POI TOTTI – Il pari della Roma è arri­vato invece senza alcun preavviso, al primo attacco serio. Cambio gio­co da destra a sinistra di De Rossi, Comotto era messo malissimo, die­tro a Riise, che gli ha preso il tempo e in area è stato affossato dal difen­sore viola, mentre Behrami lo stava aiutando. Rigore, il quarto per la Roma nelle ultime 4 partite, botta di Totti e pareggio.

La Fiorentina non ha smesso di giocare, aiutata dai continui errori (di posizione e di controllo della pal­la) del centrocampo della Roma. Il movimento del rombo viola ha crea­to più di un problema a Perrotta e compagni. Santana controllava il settore fra De Rossi e Pizarro con buona efficacia e con perfetta scel­ta di tempo faceva ripartire l’azio­ne; Behrami e Vargas davano forza, continuità di gioco e incisività a ogni azione d’attacco; Montolivo teneva sempre bene la posizione. I viola so­no tornati in vantaggio con Gambe­rini, su azione di calcio d’angolo: l’­ha battuto Santana, Mutu ha supe­rato Riise sullo stacco, di testa ha gi­rato la palla sul palo lontano dov’era appostato Gamberini, sulla traietto­ria Perrotta non è riuscito a inter­cettare la palla che il difensore ha toccato e messo in rete. Due minuti dopo, scena quasi identica: angolo di Santana, colpo di testa di Mutu ( sempre su Riise), palla sulla tra­versa. Per quanto aveva prodotto, il 2-1 stava stretto ai viola.

LA TRAVERSA DI VARGAS – La Fiorentina ha iniziato bene anche la ripresa, Vargas ha fatto tentennare la tra­versa con un sinistro al volo su cross di Comotto. Ma Totti, che evidente­mente non era ancora sceso dal Freccia Rossa (o Giallorossa, come l’aveva ribattezzato lui stesso) Ro­ma- Firenze del giorno prima, è arri­vato ad Alta Velocità in area viola. Nessuno sulla pensilina ad aspettar­lo (doveva pensarci Vargas) quando Riise lo ha pizzicato con un cross da sinistra, su cui Natali ha fallito l’in­tervento di testa. Botta in diagonale del capitano, due a due.

Ora il vento sosteneva la Roma, che aveva però alcune lacune evi­denti. La prima in Pizarro: stava giocando con le infiltrazioni e sba­gliava un controllo dopo l’altro. La seconda in Menez che continuava a giocare una partita tutta sua, non contro la Fiorentina, ma contro se stesso. Quando Santana ha chiesto il cambio per un leggero infortunio, Mihajlovic ha messo Ljajic perchè voleva vincere, così come quando ha tolto Gilardino per sfruttare le ener­gie fresche e l’esuberanza di Baba­car. Montella, invece, ha…gestito il risultato, lasciando in panchina Bor­riello fino alla fine. Era già soddi­sfatto della doppia rimonta.

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