CORRIERE DELLO SPORT – M. EVANGELISTI – Quando Rudi Garcia si pianterà per la prima volta sul campo davanti ai giocatori seduti ad ascoltarlo non avrà bisogno di un interprete. Qualche parola d’italiano l’avrà imparata. Inoltre parla spagnolo e anche inglese, quindi Bradley per i primi tempi gli verrà utile. Più in allenamento che in partita. Oggi come oggi nella testa di Garcia – finché non gliela tagliano come accade a quelli che si chiamano come lui e agli allenatori della Roma – la linea mediana ideale tra quelle nelle possibilità dei giallorossi è composta da Nainggolan e da Jean. Meglio ancora, da Paulinho. In mezzo, un regista di cui Pjanic è un ottimo esempio. Lo statunitense al momento è una carta di riserva. (…)
(…) Vuole mediani di corsa e forza fisica e in questo momento neppure Daniele De Rossi gli garantisce quanto desidera. Dall’altra parte l’allenatore ha di Francesco Totti una visione assai diversa da quella che ne aveva l’argentino. Lo considera cioè speciale, per la sua classe e la sua intelligenza. Normalmente non concederebbe troppa attenzione a un giocatore di 37 anni (Francesco li compirà a settembre). In questo caso farà un’eccezione, e ci mancherebbe altro. Totti nelle idee ancora nebulose del tecnico è un raggio di luce, resterà il fulcro del gioco e in ogni caso Garcia gli troverà un posto che gli consenta di sfruttare al meglio il suo talento superiore.
Se nel 4-3-3 Totti sarà l’estremo di attacco a sinistra, a maggior ragione Garcia si affiderà alla velocità e alla capacità di saltare l’uomo di Lamela dalla parte opposta. Potrebbe andare male, invece, per Leandro Castan. Secondo Garcia i difensori centrali, o almeno uno di loro, devono essere in grado di impostare l’azione. Casualmente proprio questa è una delle carenze evidenziate dalla Roma di Zeman e Andreazzoli. Quindi se Castan intende giocare dovrà spostarsi sulla fascia sinistra e abituarsi a correre quanto un esterno. Oppure, come gli altri ragazzi sotto scacco, convincere Garcia che sul suo conto si sta sbagliando di grosso.