IL TEMPO (T. CARMELLINI) – Finalmente ci siamo. La settimana che inizia oggi dovrebbe essere la prima vera per la nuova Roma. L’arrivo di Luis Enrique sembra ormai questione di ore, limati gli ultimi dettagli riguardanti il corposo staff tecnico che verrà nella capitale al suo seguito. Il giorno chiave dovrebbe essere mercoledì, lo stesso nel quale (non a caso) è previsto a Roma anche Franco Baldini. Sarà l’occasione per il primo vertice «vero» della nuova società con i tre protagonisti del futuro: direttore generale, direttore sportivo, allenatore con tanto di staff al seguito. Da metà settimana in poi si potrà quindi iniziare a fare sul serio: non che finora Sabatini abbia scherzato. Ma in quel vertice si metteranno nero su bianco molte cose, si studierà la strategia da adottare per quella che dovrà essere la nuova Roma. Si discuterà di metodi e uomini: soprattutto quelli, visto che nel blitz a Barcellona di dieci giorni fa, Sabatini aveva strappato al tecnico solo un ok di massima, ma non era potuto entrare (in totale è rimasto nel capoluogo catalano quattro ore) nel dettaglio riguardo ai giocatori da portare alla corte del nuovo tecnico. Ciò nonostante Sabatini ha continuato a lavorare a fari spenti per capire quali potranno essere i colpi del mercato dalla «sua» Roma. E sempre in quella sede Luis Enrique verrà messo al corrente di tutte le strategie già studiate dalla coppia Baldini-Sabatini, che hanno in mente una grande Roma: o comunque un progetto a medio termine in grado di riportare il club giallorosso dove merita di essere. Per adesso si lavora tutti a testa bassa e bocche cucite aspettando l’arrivo dello «zio Tom» (che tanto per calarsi meglio nel ruolo ha assistito alla partita tra Usa e Spagna giocata proprio a Boston sabato scorso), previsto ormai per i primi giorni di luglio, che metterà le firme in calce ai contratti e darà il suo ok definitivo ai vari organigrammi che stanno girando nelle ultime ore. In questo senso, hanno certezze solo coloro che stanno lavorando in una certa direzione, gli altri sono come «appesi» aspettando le novità e le decisioni in arrivo da Oltreoceano. Di certo c’è il fatto che la temuta rivoluzione, o meglio il «repulisti», non ci sarà: o almeno non sarà immediato. Tranne Montali, al quale la nuova Roma ha già dato il benservito (il suo contratto scade con il club giallorosso scade il 30 giugno e l’anno successivo è «solo» un accordo con la banca: che a questo punto dovrà trovargli un ruolo), gli altri, incredibilmente, sono rimasti tutti. Hanno «salvato le penne» in molti che già pensavano di essere alla porta, a dimostrazione del fatto che i «ritorni» non sempre hanno natura vendicativa. Ma di lavoro da fare ce ne sarà tanto e in una società «corposa» come quella pensata da DiBenedetto & Co., si apriranno nuovi spazi e ruoli da coprire per i «fedelissimi» di passato e presente e magari nuove «stelle» arriveranno a brillare. Attorno allo stadio, tanto per fare un esempio, ci sarà da lavorare moltissimo e servirà gente in gamba. Ognuno quindi al suo posto a fare ciò che gli riesce meglio, sperando che da qui alla chiusura definitiva dell’affare non sorga qualche altro inconveniente o che dai desaparecidos di vecchia data, non parta qualche altro scud in direzione Boston. Sarebbe troppo e a quel punto la contraerea diventerebbe davvero roba pesante.