a Roma scivola a sei punti dal quarto posto dopo il passo falso contro il Bologna e torna a casa con le ossa rotte, sia per il risultato sia per le tante assenze in vista del match contro l’Inter. Ieri è arrivata la settima sconfitta stagionale, la sesta in Serie A. Mourinho al termine del match è furioso con l’arbitro Pairetto, per come ha gestito la partita, e non accetta domanda né da Dazn né dai cronisti in conferenza stampa. Il tecnico non è arrabbiato soltanto per le squalifiche, ma anche per il trattamento riservato dai calciatori del Bologna a Zaniolo e l’atteggiamento del direttore di gara nei confronti di quest’ultimo. Lo sfogo è durissimo: “Lo dico contro i miei interessi: se io fossi in Zaniolo comincerei a pensare che è difficile giocare in serie A, e non ci rimarrei per troppo tempo. Mi sento male per lui per quello che deve subire, gli consiglio di andare a giocare all’estero perché per lui qui in Italia sta diventando impossibile”.
Come scrive il Corriere della Sera, altrettanto duro è stato sulle ammonizioni ad Abraham e Karsdorp: “Sabato dovrò inventarmi la formazione: meno male che ad un certo punto della partita ho cambiato Mancini, perché magari anche lui sarebbe stato ammonito e non avrebbe giocato contro l’Inter”. Il tecnico racconta anche del confronto con l’arbitro, avvenuto a fine gara: “Sulle ammonizioni non ho più niente da dire. re, dopo la partita ho parlato con Pairetto e tutto quello che dovevo dire su questo argomento l’ho detto a lui”. Alla partita l’allenatore ha riservato poche parole: “Voglio fare i complimenti al Bologna, a Mihajlovic e ai giocatori che hanno lottato per portare a casa i tre punti. Voglio però fare i complimenti anche ai miei che hanno dato tutto, contro tutto e contro tutti: c’è stato il Covid, ci sono stati infortuni prima e durante la partita, e anche infortuni nascosti perché alcuni dei miei uomini hanno giocato con qualche problema. Nonostante qualche episodio, hanno lottato sempre e sono orgoglioso di loro perché anche se è arrivata una sconfitta non ho una sensazione negativa: sono sempre orgoglioso dei miei ragazzi, sono sempre con loro e ora pensiamo alla prossima gara”.