FOCUS CGR – La Roma ieri ha chiuso malamente la stagione 2020-21. Un’annata calcistica contraddistinta da alti e bassi in termini di rendimento, condizionata certamente dall’instabilità societaria e dalle scosse telluriche a livello dirigenziali che hanno comportato l’allontanamento del ds Petrachi, compromessa nella prima parte da una miriade di infortuni e interrotta (come per tutti) dalla pandemia. E’ difficile per via di tutti questi fattori tracciare un bilancio del tutto oggettivo sul rendimento dei singoli. Dopo 8 risultati utili consecutivi in campionato, ieri la Roma in 90 minuti ha quasi demolito le ‘nuove’ certezze, faticosamente costruite da Fonseca dopo il cambio di modulo e il passaggio alla difesa a tre. L’arrivo della nuova proprietà coinciderà con una ricostruzione che inevitabilmente passerà attraverso una mini-rivoluzione della rosa e forse anche la scelta di un nuovo tecnico. La prima mossa sarà l’individuazione di un direttore sportivo, tra possibili ritorni (Petrachi, Pradè e Sabatini), nuove sfide (Burdisso) e il sogno Paratici.
PROMOSSI – Partiamo dalle certezze: sul podio dei migliori calciatori della stagione giallorossa ci sono sicuramente Smalling, Veretout e Dzeko (voto 7). Il centrale britannico – causa il mancato riscatto dal Manchester United – è venuto a mancare nella sfida clou della stagione contro gli andalusi. Il suo avvento in giallorosso è stato da subito decisivo. Smalling ha preso in mano le redini della retroguardia, dimostrando leadership, qualità, fisicità, spessore internazionale (con 3 gol all’attivo). Insomma un calciatore di livello assoluto, da cui la Roma dovrebbe ripartire, ma servirà l’offerta giusta allo United. In crescita costante, poi un piccolo scadimento di forma a gennaio, un finale di stagione da autentico trascinatore. Jordan Veretout ha convinto tutti, non solo per la sua sostanza da ‘tutto campista‘, ma anche per la capacità di reggere l’urto nel momento più difficile della stagione, quando si ritrovò unico centrocampista di ruolo a disposizione di Fonseca. 7 reti in 41 presenze, motore assoluto della mediana. Per Edin Dzeko il rinnovo con la Roma al fotofinish dello scorso mercato ha significato rinascita e fascia da capitano. Il bosniaco, nonostante qualche pausa sotto rete, ha offerto un rendimento all’altezza della sua fama: 19 reti (senza rigori) e 14 assist, a conferma di una rinnovata fiducia smarrita nella scorsa stagione. 34 anni sono tanti, sarà necessario affiancargli un attaccante in grado di sostenerlo e farlo rifiatare all’occorrenza.
Capitolo a parte merita Nicolò Zaniolo (6,5): il gioiello giallorosso ha iniziato in fiducia l’annata, conquistando un posto da titolare inamovibile e chiudendo il 2019 con una bella rete a Firenze. Poi il grave infortunio con la Juve lo ha tenuto fuori per 6 mesi, ma la ripresa ritardata della stagione gli ha concesso la possibilità di tornare protagonista con due reti nelle ultime sfide di campionato. Il valore assoluto del ragazzo non si discute, si attende la definitiva consacrazione nella prossima stagione. Chiudono la lista – non lunghissima – dei promossi Mkhitaryan, Ibanez, Carles Perez e Villar (6,5). L’armeno, che resterà alla Roma grazie alla rescissione ottenuta da Raiola con l’Arsenal, ha iniziato con gol col Sassuolo, poi è stato fermato da due-tre fastidiosi infortuni che ne hanno condizionato il rendimento fino a febbraio. Nella seconda parte di stagione Mkhitaryan si è preso la Roma, con gol e assist decisivi. 9 reti e 6 assist in 30 presenze, ma il minutaggio non riflette il numero effettivo di gare giocate. Se manterrà la condizione fisica di questo finale di stagione, sarà un fattore decisivo e d’esperienza nella prossima annata. I giovani Ibanez, Perez e Villar, arrivati in sordina a gennaio, hanno mostrato qualità interessanti. Il brasiliano soprattutto è stato capace di convincere Fonseca a consegnargli una maglia da titolare, dopo un primo periodo di necessario ambientamento. In crescita i due spagnoli, che sembrano avere personalità e estro per essere inclusi nella categoria delle ‘sorprese’ della prossima stagione.
RIMANDATI – Qui l’elenco si allarga, con situazioni decisamente diverse da valutare con attenzione. Lorenzo Pellegrini (voto 6) ha concluso la terza stagione in giallorosso, non lasciando però l’impressione di poter essere ancora fattore decisivo della Roma. Una prima parte di stagione a tratti scintillante, con assist straordinari (13 totali recordman della squadra) e un rendimento complessivo che ha convinto Fonseca a consegnargli le chiavi della manovra offensiva. Poi un lento ma progressivo appannamento, con un paio di gravi infortuni che ne hanno certamente condizionato la continuità. Le sole 3 reti stridono con il ruolo di trequartista, che necessiterebbe di ben altri numeri. Il valore assoluto e il talento non sono in discussione, serve un salto di qualità in termini di personalità. Discorso più o meno analogo per Diawara, Spinazzola e Mancini (voto 6). Fasi di grandi giocate, alternate a momenti di vuoto assoluto. Possono migliorare, la relativa giovane età è il terreno su cui seminare per raccogliere in futuro frutti importanti, ma non un futuro anteriore. Mirante (voto 6), una sicurezza quando è stato chiamato in causa, dettata dalla lunga esperienza nei tortuosi mari della Serie A. Immagine stereotipata del ‘numero 12 affidabile’. I troppi infortuni e l’età potrebbero condizionare la decisione di restare anche la prossima annata. Chiude la lista dei rimandati Nikola Kalinic (voto 6-), per un semplice motivo: ha giocato pochissimo, a causa anche di un grave infortunio al perone e già in partenza sapeva che avrebbe dovuto sgomitare per sottrarre minuti a Dzeko. Le 5 reti realizzate da marzo in poi in sole 6 gare da titolare gli consegnano la sufficienza, ma alla Roma serve un centravanti più importante per fare il salto di qualità.
BOCCIATI – Passiamo alle dolenti note. Il primo della lista in ordine discendente di voto è Justin Kluivert (5,5). Come la maggior parte dei suoi compagni, l’olandese ha vissuto momenti decisamente opposti. 7 reti fino a febbraio, rapidità, crescita e qualità offensive. Qualche battuta a vuoto, ma ad un classe 99′ può esser consentito. Poi una sparizione impronosticabile. Il cambio di modulo non lo ha agevolato, ma è sembrato decisamente acerbo a livello mentale per poter recuperare la titolarità persa. Leggermente sotto la sufficienza anche Kolarov (voto 5,5), che ha centrato un’altra stagione importante sul piano dei gol (7) e degli assist (5), ma ha mostrato evidenti limiti in termini di fisicità e freschezza atletico, sintomo degli anni che inesorabilmente passano per tutti. Rimarrà, quasi certamente, come riserva di lusso.
Ritenuto un titolare e un punto di riferimento da Fonseca, Bryan Cristante ha deluso decisamente le attese. (voto 5). Due stagioni nelle quali il centrocampista azzurro non si è mai, neanche lontanamente, avvicinato ai livelli di prestazione e rendimento top mostrati a Bergamo, nonostante le oltre 65 partite giocate. Faticoso e decisamente fallito il tentativo di riqualificarlo come mediano, a tre o a due, la sostanza non cambia. Potrebbe essere un’ottima pedina da inserire in scambi che migliorino il centrocampo della Roma. La storia di Pau Lopez (voto 4,5) è forse il sintomo del ‘vorrei ma non posso’ della Roma di queste ultime due negative stagioni. Inizio positivo, confortante, in linea con le attese, poi dal clamoroso errore nel derby lo spagnolo si è totalmente smarrito: prestazioni anonime, sfiducia, gol presi in alcuni casi senza opporre resistenza. Bocciato come il suo predecessore svedese (Olsen), ma pagato il triplo, il che pesa come un macigno sul giudizio finale. Fazio, Jesus, Santon, Bruno Peres, Perotti, Santon, Pastore e Under (voto 4): calciatori diversi, storie diverse, carriere nella Roma che in alcuni casi saranno ricordate con piacere (soprattutto per Perotti) in altri come totali fallimenti. Appartengono alla lunga lista degli esuberi e hanno tutti lo stesso cartellino appeso sulla schiena ‘vendesi al miglior offerente’. Cetin e Fuzato (n.g.) in bocca al lupo per il futuro!