IL MESSAGGERO (C. MOZZETTI) – Il figlio che Maria considerava tale, senza che ci fosse un legame di sangue a giustificarlo, è tra i primi ad entrare nella Basilica di San Lorenzo fuori le mure. Francesco Totti siede nei primi banchi, resta in silenzio per l’intera cerimonia e quando sul sagrato si alza l’applauso nel momento in cui esce il feretro della mamma della Roma lui è già lontano. È il giorno dell’ultimo saluto a Maria Sensi, moglie di Franco, storico patron della società, scomparsa dopo una lunga malattia. Nella Basilica a piazzale del Verano ci sono gran parte dei protagonisti che negli ultimi vent’anni hanno attraversato e contribuito a plasmare la storia di quella che tutti chiamano solo Magica. Eppure c’è un’assenza che non sfugge ai più e che viene sottolineata, con un pizzico di amarezza, dal presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero.
L’ASSENZA DEI TIFOSI – Ai funerali di Maria Sensi i tifosi non ci sono. C’è sì, la famiglia, i dirigenti passati e attuali della società sportiva, i giocatori e gli allenatori ma non c’è se non in una residua parte il popolo della Roma. Tra i tanti volti che rispondono ai nomi di Claudio Ranieri, Zdenek Zeman, Eusebio Di Francesco, Bruno Conti, Daniele De Rossi, Marco Cassetti, Umberto Gandini, Daniele Pradè, Giorgio Perinetti, Riccardo e Ettore Viola, Mauro Baldissoni, Ramon Monchi e Tonino Tempestilli, risultano assenti quelli che negli appuntamenti di campionato riempiono lo stadio. Non si scoprono neanche i protagonisti della curva sud. Si intravede qualche sciarpa, soprattutto dello storico club Testaccio, un paio di ragazze con la maglia della Roma e la scritta che racconta: «Dal 1927 a difendere un impero». Vecchi affezionati si direbbe, di una donna e di una storia legate forse solo al passato. «È andata via la mamma dei romanisti striglia Ferrero sul sagrato al termine del funerale mi aspettavo molta più gente; hanno sbagliato questi tifosi perché romanisti si nasce e oggi la piazza non doveva essere piena, di più». Ma poco importa al dunque «se deve essere una presenza di circostanza racconta Riccardo, 73 anni, sciarpa della Roma al collo è meglio esser circondati dai soli affetti veri». E quelli non sono mancati. A partire dall’amore dei familiari, dei nipoti, una delle quali dall’altare si fa coraggio e dice: «Signore, facci crescere forti e coraggiosi come nonna ci ha insegnato».
I RICORDI – I ricordi e i racconti si inseguono. A leggere il salmo è Pierluigi Diaco, amico di famiglia. La figlia Rosella, commossa, al fianco del feretro della madre, ricoperto dalle rose e abbracciato dallo stendardo della Società, ricorda: «Anche nei suoi ultimi giorni in ospedale mamma non ha perso l’entusiasmo di sapere cosa facesse la squadra. Porterò con me l’esempio di due genitori straordinari, lei mi ha insegnato l’amore per la famiglia e sono felice che adesso si riunirà con papà Franco. Sorrideranno e continueranno a vedere da lassù, magari abbracciati, le partite della Roma». In Basilica arrivano anche Giancarlo Abete, Vincenzo Malagò, Maurizio Gasparri e il dirigente della Lazio Maurizio Manzini. Tra le testimonianze più affettuose quella dello storico allenatore Claudio Ranieri: «Penso che la famiglia Sensi alla Roma abbia dato tutto». Il contributo di Sora Maria non mancava mai. «Mi ha fatto da madre ricorda Daniele Pradè, storico dirigente della società e oggi responsabile tecnico dell’Udinese ai tempi di Fabio Capello. Con lei avevo un grande rapporto umano, la sua casa era sempre aperta e se arrivavi all’ora di pranzo e c’era il minestrone ti sedevi e mangiavi. Non perdeva occasione per discutere delle tattiche con cui battere le squadre avversarie, la rassegna stampa la faceva lei, ogni giorno, alle sei del mattino». La Sora Maria tra gli applausi lascia la Basilica. E a proteggerla, c’è la maglia numero 10. Quella del suo Francesco.