REPUBBLICA.IT (M. PINCI) – Ultima fermata. Udine, per la Roma, rappresenta qualcosa di più di una tappa intermedia per la corsa alla Champions League: lo snodo fondamentale, piuttosto, per una stagione da rimettere in piedi con l’ultimo traguardo possibile, quello “fondamentale” per DiBenedetto: quel quarto posto che garantirebbe i preliminari dell’Europa più ricca. “Questa gara è uno spareggio”, la conferma di Vincenzo Montella. Che, poi, scherza sul proprio futuro: “Potrei restare come vice di Guardiola”. Un occhio, anche la passato, e alle battute di Capello, che in settimana ha ricordato come oggi l’allenatore romanista chieda agli attaccanti di tornare e in campo si rifiutasse di farlo: “Se mi avessero detto come dovevo tornare…”.
DUBBIO BORRIELLO – Capolinea Champions o punto di partenza verso il rilancio? L’incognita con cui la Roma parte per Udine stuzzica gli appetiti di Montella. Che, senza Menez – fermato da una botta ricevuta contro la Juventus – a Udine dovrà scegliere l’undici forse più importante dall’inizio dell’anno: “Abbiamo smaltito la delusione di domenica: ci attende uno spareggio, lo abbiamo preparato bene. Mancano poche gare e questa è decisiva”. Il dubbio maggiore riguarda Borriello. Per tutta la settimana lo ha provato vicino a Totti, oggi si è fermato a lungo a parlare con lui: “Avrebbe meritato di giocare di più. Vuole mettersi in mostra, ha personalità, è anche simpatico. Mi diceva che quando sono arrivato ha pensato: ‘finalmente mi allena un attaccante, mi farà giocare’, poi invece gioca Perrotta centravanti”.
“MAI SENZA TOTTI” – Nonostante tutto, la scelta potrebbe ricadere sul modulo già collaudato: quel 4-2-3-1 di memoria spallettiana con Totti terminale unico sostenuto da Vucinic. “Se Francesco sta benissimo fisicamente e segna – spiega il tecnico – un allenatore prima di spostarlo ci pensa bene. Ovviamente se devi rischiare puoi forzare e mettere Borriello. Ma se giochi con entrambi devi rinunciare a qualcos’altro sugli esterni. Poi a Roma il migliore è sempre chi sta fuori: prima Totti doveva giocare prima punta, ora deve giocarci Borriello e lui tornare dietro. Ma io non mi faccio distrarre”. Il dubbio, semmai, è sulla tenuta: “Abbiamo tutti sei anni in più rispetto alla Roma spumeggiante, ma se utilizzo questo sistema è perché penso sia il più adatto a questi giocatori. Mi preoccupa però l’equilibrio di squadra, che domenica abbiamo avuto solo nel primo tempo. A Udine dovremo averlo per 100 minuti”. Possibile una maglia per Rosi, in ballottaggio con Taddei: “A Firenze è entrato benissimo,
l’Udinese ha giocatori di corsa e lui ha queste qualità”.
“MEGLIO GIOCARE A UDINE” – Anche per questo, Montella punta sul fattore campo: un’Udinese costretta ad attaccare, lo spaventa meno di una pronta alla ripartenza: “Sono contento di affrontarli fuori casa, se gli lasci campo ti fanno male, in casa loro si potrà avere più pazienza”. In favore della Roma potrebbe giocare anche la possibile assenza di Sanchez, l’uomo in più dell’Udinese di oggi. Montella, però, non ci spera troppo: “Senza il cileno le cose cambiano eccome. Meglio che non ci sia, anche se noi ci aspettiamo che giochi”. Chi non mancherà di certo, invece, è DiNatale, che Montella ha conosciuto ai tempi di Empoli: “È un fenomeno, se avesse avuto più testa da giovane avrebbe fatto cose importanti. Purtroppo per lui è maturato tardi”.
“FAREI IL VICE DI GUARDIOLA” – In questi giorni, però, tiene banco il futuro americano. Montella non sta al gioco: “Se tornerei alle giovanili? Potrei decidere di fare il secondo a Guardiola”, sorride l’allenatore. Che precisa: “Qui si parla di tutto, dite che potrei portare la squadra in Champions e lasciarla a un altro. O viceversa”. Una tacita ammissione, però, riguardo i contatti con i proprietari futuri: “Certe cose le sapete meglio di me. E su questo non rispondo”. Differente il tono se si parla di nuovi dirigenti: “I giocatori leggendo certe cose possono essere disturbati o anche dispiaciuti: c’è grande rapporto tra la squadra e questa dirigenza”. E sul futuro della
squadra? Qualcuno, come Menez, ha apertamente messo in dubbio ciò che lo attende. La replica di Montella arriva quasi trasversale: “Quella di domani è una partita cruciale, il futuro dei giocatori è l’ultimo dei pensieri. Quello di Menez? Ci penseremo, ci penserà”. Chiaro, no?