CORRIERE DELLA SERA (L. VALDISERRI) – Di chiacchiere intorno alla Roma ce ne sono sempre tante, anche troppe. L’ultima è l’ennesima offerta del Tottenham per Vucinic, che vuole andare via. I fatti, però, sono chiari: per arrivare al quarto posto, alla qualificazione per i preliminari della prossima Champions League e ad introiti quantificabili tra i 15 e i 20 milioni di euro, servono alla Roma quattro vittorie nelle ultime quattro giornate di campionato.
Dicono tutti che il calendario non sia difficile — Bari e Catania in trasferta, Milan e Sampdoria all’Olimpico — e il rilievo potrebbe essere fondato soprattutto se si verificheranno alcune circostanze: è facile capire che affrontare il Milan già campione d’Italia e il Catania già salvo, per esempio, sarebbe un ottimo affare. Però la Roma, in questo campionato, non ha mai vinto più di tre partite di fila e raggiungere quota cinque — le quattro che restano più la vittoria di sabato scorso contro il Chievo — sarebbe una «prima» assoluta in una stagione dove il problema più grave dei giallorossi è stato proprio la mancanza di continuità. Dodici punti sono necessari, ma non sufficienti: bisogna infatti sperare nei passi falsi di Lazio (a +4) e Udinese (+3).
Un piccolo vantaggio è la possibilità di arrivare a pari punti con tutte e due le rivali e avere a proprio vantaggio gli scontri diretti: la Roma ha battuto sia Lazio che Udinese sia nella partita di andata che in quella di ritorno. Proprio per lasciare in tranquillità la squadra, filtrano notizie dalla dirigenza che verrà: l’incontro tra Thomas DiBenedetto e Franco Baldini, previsto a Boston nei prossimi giorni, potrebbe slittare e così l’ufficialità dell’incarico di consulenza per Walter Sabatini. Vero? Falso? In ogni caso, giusto. Rovinare il presente mettendo in piazza il futuro sarebbe suicida. Gli investitori statunitensi non sono degli sprovveduti, sanno benissimo come si gestisce una squadra e quanto sono sottili gli equilibri dentro uno spogliatoio. Gian Paolo Montali, direttore operativo e uomo di fiducia di UniCredit, non ha urlato a caso nei prossimi giorni per proteggere la Roma dai troppi spifferi sul futuro. Sta facendo al meglio il suo lavoro, così come lo ha fatto Daniele Pradè fino a quando gli è stato chiesto di operare, e questo lavoro non è ancora finito. Chi arriverà ha tutto il diritto di scegliere propri uomini, ma non bisogna mai dimenticare il rispetto per il lavoro altrui. Né che UniCredit conserva il 40%delle azioni della Newco. La squadra si è schierata con Montella e, se la Roma dovesse raggiungere il quarto posto, non si vede per quale motivo Montella dovrebbe essere rimosso. Tanto più che, con Villas Boas che ha detto no a Baldini, che lo vedeva come la migliore scelta possibile, potrebbe essere utile sia a Montella che alla Roma un accordo di un anno con opzione sul secondo.
Nel frattempo Arsene Wenger si è preso tutta la colpa per il passo falso contro il Bolton che ha tagliato fuori l’Arsenal da ogni speranza di vincere la Premier League. Il francese ha contratto in scadenza nel giugno 2011 e il nuovo proprietario dei Gunners, lo statunitense Kroenke, ha detto che il suo obiettivo è vincere e non lanciare giovani. Una dichiarazione chiarissima, che tra dodici mesi potrebbe portare a un addio di Wenger dopo 15 stagioni.