Il Romanista (M. Macedonio) – Se quello di questa mattina, con lo scioglimento del cda, sarà l’ultimo suo atto ufficiale alla guida della società giallorossa, quella di ieri sera, per Rosella Sensi, è stata certamente l’ultima presenza – almeno in qualità di Presidente della As Roma – ad una manifestazione organizzata dai tifosi. E non erano in pochi ad attenderla, nei locali del Roma club Monte Mario, al Trionfale, dove era stata invitata dal presidente Mario Amingoni, per ricevere il Premio Colonna Giallorossa. Un riconoscimento, nella fattispecie un’opera realizzata dallo scultore Italo Celli, che nelle passate edizioni era andato sempre ad un giocatore, ma che quest’anno il club ha voluto dedicare alla famiglia che per diciotto lunghi anni ha retto, con merito, le sorti della società giallorossa. Accompagnata dalla madre, la signora Maria, Rosella è arrivata puntuale intorno alle 18. In abito corto, blu con grandi fiori, e un sorriso che da troppo tempo non le vedevamo sfoggiare. Anche se la giornata è stata di quelle vissute tra opposte emozioni. «Da una parte – come ha detto lei stessa, dopo i saluti di Fabrizio Di Francesco, vice presidente dell’Airc, cui il club è affiliato – la gioia per essere ancora una volta qui, in mezzo a voi, che è ciò che ci sostiene in un momento in cui bisogna comunque guardare avanti. Dall’altra, la consapevolezza di vivere un giorno malinconico, in cui il nostro ricordo va soprattutto a una persona – permettetemi di dire, un grande uomo, Franco Sensi – che ha saputo trasformare la Roma. Così come lo avevano già fatto altri presidenti, da Anzalone a Dino Viola. E accanto a mio padre, certamente una grande donna come mia madre, che gli è stata vicina ventiquattro ore al giorno: lei che la sera lo ascoltava, e a volte lo sopportava anche, perché essere presidenti della Roma comporta avere una grande responsabilità. Lui ha voluto che la Roma diventasse una “grande Roma”. E non è un caso che oggi è veramente conosciuta in tutto il mondo. Ne sono la riprova i nuovi proprietari, americani. Ai quali auguro in modo sincero di poterci far togliere altre soddisfazioni, vincendo tanto e tanto ancora». Ma se è giusto pensare al domani, è altrettanto importante tornare a guardare alla storia. «Ringrazio – ha detto ancora Rosella, prima di prestarsi come mai in passato a foto e autografi – quanti hanno voluto ricordare Franco Sensi. Perché ha fatto tanto per la Roma, e sempre e solo con un grande pensiero. Che si può condensare in quello che disse a mamma e a Vittorio (l’autista storico, ndr) in macchina all’uscita dallo stadio quel 17 giugno del 2001: «Marì, ce l’avemo fatta!»«Marì, ce l’avemo fatta!». Che voleva dire regalare la gioia di vincere a questa città, e a tutti i tifosi della Roma, perché per lui – mi perdonino gli altri – esistevano solo quelli. Fu quello per lui un momento grandioso, anche se di scudetti avrebbe voluto vincerne tanti altri. E fu proprio la sua voglia di vincere ancora a farlo anche ammalare. Ma oggi sono certa che, da lassù, sarà contento di vederci ancora qui. E credo che vi ringrazierebbe lui per primo».