Rosella Sensi, presente a Tirana su invito della Roma, ha parlato ai microfoni de il Messaggero dopo la vittoria della Conference League. Ecco le sue parole:
Cosa ha provato quando la Roma l’ha chiamata?
«Incredulità, stupore ed emozione. A mio marito, nella stanza accanto, ho riferito il tutto con gli occhi sgranati».
Un riconoscimento alla famiglia Sensi?
«Il fatto che la Roma stessa ti inviti, che ti faccia essere parte di lei, per me vuol dire moltissimo. Sembra tutto scontato e banale, ma non lo è. Con questo invito sono stati riconosciuti tanti anni di storia della Roma e per me ha significato moltissimo. Io sono andata a Tirana nel ricordo di mio papà e mia mamma».
Da quanti anni mancava dallo stadio?
«Dal 22 maggio 2011. La possibilità di andare c’è sempre stata, ma un conto è andare allo stadio e un conto è essere ignorati allo stadio».
Ignorati e rinnegati?
«Non dico rinnegati, ma in questi anni ci sono state date colpe che non avevamo. Siamo stati insultati e sono stati attribuiti alla nostra gestione fatti non veri. Cose che ci hanno offeso moltissimo e quindi la mia scelta è stata di non andare per non vedere, ma io la Roma l’ho sempre seguita ed è sempre stata nel mio cuore. Questo non me lo ha mai tolto nessuno. Il futuro è fondamentale, ma la storia del nostro club va sempre ricordata e rispettata».
Che sensazione ha provato a stare in mezzo ai tifosi?
«Ancora mi escono le lacrime. Anni fa parecchia gente non mi apprezzava perché non capiva le mie difficoltà o non voleva capirle. Ora vedere i tifosi applaudirmi e sorridermi mi ha fatto commuovere».
Che clima si respirava tra gli altri ospiti?
«Di passione, eravamo tutti tesi e uniti. Era come se tutti stessimo lì per contribuire a far vincere la squadra. C’erano Nela, Conti, Rizzitelli, Venditti, Leo, Blanco e suo papà. Con noi c’era Cristian (il figlio di Totti ndc) che poi è andato con Francesco, c’era il figlio di Vito Scala, Mattia che adesso ha 28 anni e l’ho visto crescere. C’era la Bavagnoli, donna di spessore e consulente della società».
Cosa è successo quando è finita la partita?
«Una gioia incontenibile, ci siamo abbracciati tutti. I tifosi e il club finalmente sono una cosa sola».
Merito dei Friedkin?
«Ci siamo addormentati per dieci anni e grazie all’attuale proprietà è ricominciato l’entusiasmo. È come se qualcosa dentro di noi si fosse risvegliato».
Cosa hanno in più i tifosi della Roma?
«Mio padre diceva sempre agli altri presidenti che solo la Roma può avere questi tifosi. Hanno qualcosa in più che non avranno mai gli altri. È inspiegabile. Il mio più grande dolore in questi anni è stato non vederli così».
A cosa possono arrivare i Friedkin?
«Sono scaramantica, ma credo che costruendo in questo modo si possa ambire a grandi successi. Abbiamo una proprietà solida, un grande allenatore e dobbiamo solo stare vicini a questa squadra».
Cosa direbbe Franco Sensi di questa gestione?
«Sarebbe felicissimo e apprezzerebbe sia quanto fatto fino adesso, sia la presenza costante del presidente. Dopo la vittoria ho visto Friedkin come si approcciava alla squadra e questo mi ha commosso. Ho capito il rapporto che ha con i ragazzi. È una cosa da presidente».
Tornerà all’Olimpico a vedere la Roma?
«Spero di sì. E spero anche di portare allo stadio le mie figlie, che me lo chiedono insistentemente»