L’ex Presidentessa della Roma, Rosella Sensi, è stata intervistata dal quotidiano spagnolo As. Queste le sue dichiarazioni:
Qual è il suo primo ricordo di Totti?
Non so, mi sembra di conoscerlo da sempre. Dalla prima estate in cui mio padre Franco era presidente, ricordo che nel precampionato Francesco era uno dei più giovani e già si parlava molto di lui.
In che momento ha realizzato che avrebbe fatto la storia a Roma?
Più di ogni altra cosa, ricordo i commenti di mio padre. Sapeva che quel ragazzo prometteva molto e spesso parlava di lui.
Una lunga storia d’amore che aveva un possibile amante, il Real Madrid. Una storia fallita il cui primo capitolo ha una data indimenticabile: 11 settembre 2001…
Eravamo al pranzo con l’UEFA prima della partita. Era un incontro intimo tra persone che si rispettavano molto. Il rapporto tra mio padre e Florentino Perez era molto buono, c’era una grande amicizia. C’era anche la moglie del presidente del Real madrid, che ricordo, era una donna molto seria, con personalità, come mia madre. Improvvisamente, fu Perez stesso che ci diede la notizia degli attacchi a New York e ci si gelò il sangue.
Prima di tutto ciò, Perez disse: “Voglio Totti”.
Ce lo ha chiesto molto seriamente, ma mio padre la prese come uno scherzo. Florentino sapeva quanto mio padre considerasse Francesco importante. Fu un bel riconoscimento per le qualità del nostro capitano, ma neanche per un secondo abbiamo pensato di venderlo.
Come reagì suo padre alla richiesta?
Disse semplicemente che Totti era della Roma, punto. Lo ha sempre considerato il figlio che non ha mai avuto e Florentino capì, non ci furono problemi.
Era così intimo il rapporto tra Totti e il presidente?
Era proprio così. Avevano rispetto, affetto, simpatia. Spesso scherzavano, era divertente vederli insieme. Un rapporto speciale.
Col giocatore non ha mai parlato dell’idea del Real Madrid?
Non c’era niente di cui parlare, era un’idea che dal nostro punto di vista mai sarebbe diventata reale. Mai.
Nel 2004 ci fu un altro tentativo, ancora più serio…
Sì, ma tutti erano consci del fatto che da parte della mia famiglia non sarebbe mai arrivato un sì all’operazione. Era semplicemente impossibile.
Si parlava di un’offerta di 60-70 milioni. Per i conti del club sarebbero stati una benedizione.
Non era un fatto economico, né di cuore. I Sensi non avrebbero mai levato Totti ai romanisti. È una cosa che va oltre, un simbolo, una bandiera.
Francesco nel suo libro racconta di averci pensato per un momento. Cosa sarebbe successo se vi avesse chiesto di andare?
Niente sarebbe cambiato, almeno da parte mia.
Aveva un solo anno di contratto rimasto. L’avreste costretto ad andare via a parametro zero un anno dopo?
Hai ragione. Tra fratelli si può anche litigare (ride, ndr).
Neanche in quel caso ne avreste parlato?
La mia posizione è stata sempre la stessa. Non ci ho neanche pensato. Ancora una volta, non c’era niente di cui parlare.
Quanto sarebbe cambiata la carriera di Totti se avesse vestito la maglia del Real Madrid?
Non voglio neanche immaginarlo. Totti è questi Totti. Il nostro Francesco.