Sabatini dice sì alla Roma

Sabatini dice sì alla Roma

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CORRIERE DELLO SPORT – Walter Sabatini ha detto sì. Non è un’in­discrezione, lo ha rivelato lo stesso direttore sportivo rilasciando alcune dichiarazioni al sito reterete24. it. Violando un riserbo che, da sem­pre, è una delle caratteristiche principali di Sa­batini.

DICHIARAZIONI – Le parole dell’ex direttore sportivo del Palermo, l’uomo che ha portato in Italia Ja­vier Pastore, sono state molto chiare: «A DiBenedetto ho dato la mia disponibilità ( confermando di fatto l’incontro avuto nei giorni scorsi con l’imprenditore ameri­cano, ndr) per ricoprire l’incarico di direttore sportivo della Roma. Ma sino a oggi non ho firmato nessun contratto. Devo soltanto attendere il passaggio ufficiale di consegne con l’arrivo della nuova proprietà. Prima di dare la mia disponibilità a DiBenedetto, ho dovuto eser­citare il disimpegno con la Sampdoria. L’ho fat­to con una certa difficoltà perché fin dai primi in­contri mi ero reso conto di trovarmi di fronte a persone importanti. Sono rimasto assolutamen­te impressionato dalla professionalità e cultura di vita sportiva dell’intero gruppo dirigente del club ligure, con in testa il presidente Riccardo Garrone. Poi però ho dovuto fare una scelta di­versa quando mi è giunta la richiesta di DiBene­detto » . Difficile essere più chiari. Del resto, da tempo, da radio mercato arrivavano notizie di un Sabatini al lavoro per un grande club.

CHI E’ – Qualcuno ha gà fatto ironia su Sabatini laziale, visto che in un re­cente passato, è stato il direttore sportivo del club di Lotito, ai tempi in cui in pan­china c’era Delio Rossi. E’ vero, ci manchereb­be, ma è altrettanto vero che se vogliamo parla­re di passato, nella carriera di calciatore di Sa­batini, c’è stata anche la maglia della Roma. Ha giocato con la Roma nella stagione 1976-77, ala destra con buone qualità, dieci presenze, nessun gol. Insomma nei numeri non è che abbia lascia­to un segno indelebile, ma bisogna tener presen­te che in quegli anni, nella Roma, all’ala destra c’era un certo Bruno Conti. Nils Liedholm fece la scelta di dare fiducia a quel ragazzo di Nettuno (che poi non è che si sia rivelato una bufala, an­zi) e Sabatini fu costretto al ruolo di spettatore. Se ne andò la stagione successiva dopo aver avu­to qualche discussione con l’indimenticabile tec­nico svedese. Dopo una breve pa­rentesi da allenatore, ha comin­ciato la carriera da dirigente sportivo: Perugia, giovanili della Lazio, Triestina, Arezzo, di nuovo Perugia (conclusa anche a causa di una squalifica per cinque an­ni), Lazio, infine Palermo. Da do­ve si dimette il primo novembre dello scorso anno anche perché per nessuno è facile avere rapporti con un pre­sidente come Zamparini. Da allora ha continua­to a coltivare il suo hobby, il calcio, guardando centinaia di dvd di partite e giocatori, andando in giro alla scoperta di giovani talenti, cosa che nel passato gli è riuscita piuttosto bene. E fumando tre pacchetti di sigarette al giorno che per lui è un vizio un po’ come il calcio.

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