IL MESSAGGERO (S. RIGGIO) – Quando a novembre Stefano Pioli aveva vinto il casting ed era diventato il nuovo allenatore dell’Inter, non si sarebbe mai immaginato di perdere la panchina nerazzurra a 3 giornate dalla fine ed essere trattato come un tecnico qualunque. Subentrato a Frank de Boer, colpevole di un inizio sciagurato, l’ex allenatore della Lazio aveva dato identità e carattere a una squadra apparsa smarrita. Ed è per questo che Pioli si è sentito tradito: Zhang Jindong, il grande padrone, in più occasioni gli aveva addirittura ribadito la fiducia.
IL DIETROFRONT Invece, è arrivato il licenziamento nella tarda serata di martedì: «Non c’è molto da dire. Pioli non avrebbe mai pensato all’esonero. È stata una sorpresa. Era motivato a portare avanti fino in fondo il suo lavoro con l’Inter e, a parte i risultati dell’ultimo periodo, era riuscito a fare bene e questo è evidente. Non se lo aspettava. Ora Stefano vuole ripartire, ma è presto per sbilanciarsi. È molto dispiaciuto per come è andata ma presto ci vedremo per fare il punto, magari già nella prossima settimana», le parole del suo procuratore, Bruno Satin, a Tuttomercatoweb.com. Dopo i primi 4 punti in 3 gare (pari nel derby, vittoria con la Fiorentina e sconfitta con il Napoli), in campionato Pioli aveva ottenuto 7 successi di fila (Genoa, Sassuolo, Lazio, Udinese, Chievo, Palermo e Pescara), prima di perdere contro la Juventus (1-0, Cuadrado: 5 febbraio). Poi, i nerazzurri erano ripartiti con Empoli e Bologna; avevano perso con la Roma e vinto in goleada con Cagliari (1-5) e Atalanta (7-1). Dal 12 marzo, il blackout: 7 gare senza vittoria (5 sconfitte e due pari). Un andamento che ha spinto Suning all’esonero. Pioli sembra essere a un passo dalla Fiorentina, ma la delusione rimane. Concetto ribadito ieri a Javier Zanetti e Piero Ausilio nell’incontro durato circa un’ora. IL
NUOVO ARRIVO Di umore opposto Walter Sabatini, nuovo coordinatore dell’area tecnica di Suning Sports: «Per me questo non è un lavoro, ma una missione», le sue parole alla conferenza di Nanchino, in Cina. Il suo arrivo è il primo passo verso la grande (ennesima) rivoluzione all’Inter. «Questo per me sarà un impegno di vita enorme. Voglio iniziare tutto il lavoro per il gruppo Suning, non solo per il Jiangsu prima squadra, ma anche per il settore giovanile. Nella mia mente, l’importanza che ha Suning nel calcio è la stessa di un’altra grande squadra, che è l’Internazionale di Milano. Queste due realtà devono crescere parallelamente insieme. I problemi dell’Inter saranno quelli del Jiangsu. Se l’Inter vince e il Jiangsu perde non sarà un bel weekend, dobbiamo puntare al grande slam domenicale».
IL FUTURO Esonerato Pioli, affidata la panchina per queste 3 gare a Stefano Vecchi (l’allenatore della Primavera), adesso bisogna pensare al futuro. Il sogno resta Antonio Conte, vicinissimo ormai a vincere la Premier League con il Chelsea. L’Inter, però, deve fare i conti con Roman Abramovich: il magnate russo è pronto a concedere al tecnico italiano 10 milioni di euro all’anno pur di convincerlo a restare a Londra per provare a conquistare la Champions. Nella lista ci sono anche i nomi di Diego Pablo Simeone e Leonardo Jardim e se si guarda in Italia, in vantaggio su tutti c’è Luciano Spalletti. In realtà, qualche sondaggio con lui c’è già stato. I malpensanti vociferano sia accaduto addirittura un paio di mesi fa. Al di là di come sia andata, anche l’allenatore di Certaldo farà parte del secondo casting dell’era di Suning, ma questa volta non si deve più sbagliare.