Sabatini: “Odio aver perso la Roma, Monchi scelta straordinaria. Spero la Roma...

Sabatini: “Odio aver perso la Roma, Monchi scelta straordinaria. Spero la Roma vinca il derby 5-1. Spalletti? Sarebbe una perdita enorme, spero resti per vincere” (VIDEO)

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“È una giornata infausta, è quasi stato reso ufficiale il nome del prossimo ds della Roma, manca l’ufficialità ma sembrerebbe che la Roma abbia acquisito un professionista di grande levatura. Il club ha fatto una scelta straordinaria, è un uomo che rispetto molto, ha sempre fatto bene nel calcio, quello che deve fare un ds. Questo l’endorsement pubblico di Walter Sabatini nei confronti del prossimo direttore sportivo della Roma, lo spagnolo Monchi, a margine di un incontro con gli studenti dell’università Roma Tre sull’evoluzione della figura del direttore sportivo nel calcio.

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Io sono stato fino ad ottobre il direttore sportivo della Roma, però in questi mesi ho pensato alle cose della mia vita come d.s. della Roma. Oggi sono disarcionato da questa scelta. Odio aver perso la Roma, la Roma è stata la mia vita. Non c’è partita che non abbia visto della Roma. Oggi la mia situazione è plumbea. Plusvalenze, assets e competitività fanno grande un ds. Le plusvalenze sono servite a livello economico. Da oggi per buona educazione cercherò di pensare ad altro. ‘Sono un uomo malato, cattivo e sgradevole’. Quello che è stato fatto a Roma in questi anni sotto il profilo delle plusvalenze è importante. A volte hanno evitato ricapitalizzazioni della proprietà“.

Il ds della Roma prosegue: “Monchi è stato presentato come un autore di grandi gesta, lo confermo e lo sottoscrivo, ma lui viene presentato oggi come un deus ex machina, un uomo infallibile, io sono stato introdotto da due testate giornalistiche in questo ambiente con la denuncia di una mia squalifica avuta e scontata. La Roma ha fatto passi da gigante in questi mesi nel migliorare il rapporto con la stampa, ora più generosa con la Roma. Prima allenatori e dirigenti erano stati trattati malino. L’algoritmo di cui vado in cerca è l’algoritmo della vita. È totalmente falso che l’algoritmo produca il giocatore perfetto senza sbagliare scelta. Uno dei motivi per cui ho chiesto l’addio alla Roma è che la statistica sta sovrastando quella che potrebbe essere un’illusione cognitiva. Il calcio per istinto potrebbe essere foriero di… non nomino ancora quel calciatore, ma l’errore è anche più probabile. Torno al tema che interessa, ciò che caratterizza l’attività di un ds è la coniugazione tra assets, competitività e plusvalenze mantenendo forte la squadra. Se il prossimo ds deciderà che i calciatori che trova non vanno bene, può venderli e ricavare oltre 200 milioni ma non credo che lo farà”

Sabatini conclude con una battuta sui risultati della Roma: “Un ds deve mantenere forte una squadra, la Roma lo è da tre-quattro anni. Le vittorie arriveranno dalla competitività nella squadra, la Roma è incappata nel ciclo sovrannaturale della Juventus. È vero che arriviamo secondi, ma tante squadre metropolitane importanti vorrebbero arrivare nelle posizioni della Roma”.

Sulla sua presunta fede laziale, Sabatini specifica: “L’ho sempre smentito. La lealtà deve essere un sentimento da non evitare mai. Sono romanista malato come voi, perché la Roma è una malattia e sono stato contagiato come tanti di voi. Ho sempre detto che avrei rispettato la Lazio che mi ha fatto lavorare in un momento difficile della mia vita, ho questo senso di riconoscenza. Non denigrerò mai la Lazio, ma dire sempre che voglio batterla, a partire dalla prossima volta. Spero la Roma sia prepotente e arrogante e possa vincere non 3-0 ma 5-1 o 5-2. L’infortunio di Strootman ha tolto uno scudetto alla Roma. Poi su Roma-Samp del 2010, che costò lo scudetto ai giallorossi: “A fine partita volevo morire, con un pareggio sarei arrivato in Champions col Palermo”. Sul 26 maggio 2013: “Ha prodotto un danno irreparabile, anche a me personalmente. Sono stato tre volte all’ospedale…

Sabatini si prende una pausa per fumare una sigaretta e comincia a rispondere alle domande degli studenti:

Sulle barriere nelle Curve Sabatini afferma: “Non sai quanto la Roma abbia pagato questa assenza malgrado abbia vinto tante partite all’Olimpico. Tutti nel calcio lavorano per far felice la gente, non c è altro. È un concetto che non tutti i presidenti con cui ho lavorato hanno capito. La squadra si rispecchia nella gente.

Doumbia è un grande giocatore. Gerson? Altrettanto. La cosa che ha fregato Doumbia è stato il sottovalutare le condizioni ignobili con cui è tornato dalla Coppa d’Africa. Contro il Parma avrei segnato anche io. Ma nessuno ricorda che Doumbia, in virtù di quell’esordio traumatico, ha comunque segnato al Sassuolo e poi ha segnato pure al Genoa. Poi è andata male, anche quella è una mia responsabilità. Gerson? Qualora la Roma pensi che sia una sola, me lo prendo io in una prossima squadra. È un po’ compassato ma è del ’97 e l’ambiente non lo ha accolto delicatamente. Quando girano centinaia di giocatori ci sta che si commettano degli errori. Perché la Roma non vince? Ok, ma sono tre anni che crea presupposti per vincere. Vincerà. E forse anche quest’anno“.

Iturbe? Un ottimo giocatore che ha fatto male. Quando l’ho preso era un beniamino di Roma e del giornalismo romano. È stata una mia colpa prenderlo a quelle condizioni. Quando sono entrato a Trigoria non ero il ds della Roma, sono entrato per proteggere Di Benedetto e il suo trapasso. C’era un casino a Roma, mi è stato chiesto di entrare in sala stampa ma senza contratto. Però c’era l’ipotesi giornalistica, la città mi ha ammalato. Camminavo a Piazza Cavour, inchioda un camioncino e mi urla: ‘A Sabati’, ma che cazzo fate con ‘sti abbonamenti?’. Ho riso per non farlo arrabbiare, che era un energumeno. Lì ho sentito la forza popolare della città. Iturbe era fortemente voluto e ho voluto dare un segnale di forza per la Roma, mettendo la mia società su un piedistallo. Volevo che la Roma fosse considerata una potenza a livello internazionale. Così come quando sono venuto qui, non da ds, e sono andato a prendere Lamela. Erik era sul mercato, lo stava prendendo un’altra società di Serie A italiana. Ancora oggi la mia pretesa è di dire: ‘Quando c’è la Roma non c’è trippa per gatti’. Non quelli maculati…“.

Spalletti sarebbe una perdita enorme. Non chiede i top player. A chi auspica una politica di giovani dico che si potrà verificare nel new deal della Roma. Fino a qualche giorno fa non è stato possibile. Spalletti non ha mai, di fronte una telecamera, evidenziato l’inadeguatezza di una rosa. Guardate gli altri tecnici invece cosa fanno. Spalletti merita di vincere con la Roma, e sarebbe l’unico in grado di farlo“.

Spalletti potrebbe andare alla Juve?
“Lo auguro alla Juve, ma spero che Spalletti voglia restare alla Roma. Spalletti ha provato, e sta provando, a cambiare la mentalità romanista per renderla vincente. Lui ha dato vita a un’officina permanente con i suoi collaboratori nel tentativo di portare un percorso nuovo. Ma ha dovuto dire cose impegnative, andando in rotta di collisione con Totti. Ho visto fargli fare giocate non riproducibili. Ma ha rappresentato un problema, gestirlo nella sua fase declinante. Spalletti, colpendo Totti in alcune circostanze, lo ha fatto per portare dentro la Roma quell’idea di forgiare una squadra forte. E lo si fa solo grazie ai comportamenti. Ha fatto qualcosa di poderoso e sta cercando di farlo ancora oggi. Ma guardate quello che succede. Lui è coraggioso, ed è una virtù di pochi. Spero resti qui. Mi dispiace che Spalletti possa essere vilipeso e denigrato, anche da persone che non potrebbero farlo. Due giorni fa Spalletti è stato affrontato come si affronterebbe un uomo di marciapiede. ‘A Spalle’, nun fa’ cazzate…’, gli ha detto un principe della comunicazione. Ma come si permette?“.

Ce l’ha con Mazzone?
Ma no… Ha detto una cosa carina, affettiva… Sono cose che succedono ricorrentemente, e la maggioranza della gente di questa città lo permette. Il nostro allenatore è onesto e responsabile, sta cercando di portare dentro Trigoria i comportamenti necessari. E cosa succede? Lo insultano. Questo nuovo direttore sportivo godrà di un vantaggio enorme. Io faccio un plauso alla società, che è riuscita a indirizzare i media in una giusta direzione. Monchi lo disegnano come un Re Mida del calcio“.

La Roma aveva bisogno di cedere Benatia a 30 e prendere Manolas a 13. Fuori escono notizie frammentate, ma quando i calciatori si impongono di giocar male non vengono a dire di decurtarsi lo stipendio, ma se giocano bene diventano incontrollabili dal punto di vista salariale. A prescindere dalla forza economica della Roma, il rapporto costi-ricavi deve sempre essere tenuto presente. Nainggolan? La Roma non dovrà venderlo e spero non voglia farlo, ma quello che abbassa il suo prezzo è l’età. Sarebbe un investimento folle, forse sconsigliabile. Ma è innegabile che sia il giocatore più forte d’Europa”

Su Luis Enrique: “E’ un uomo eccezionale, venuto con entusiasmo incredibile a Roma. Voleva proporre il suo calcio, c’è riuscito al Celta Vigo. Quella Roma non era una grande squadra, ci fu un mercato nevrastenico dell’ultimo momento, però c’è stato un momento in cui Luis sembrava avesse potuto portare avanti il suo progetto compiutamente. Uscito dalla partita di Bolognaho pensato che quella Roma, corretta e integrata, avrebbe potuto sbaragliare il campo. Quella partita non ha avuto seguito. Abbiamo cercato di trattenerlo ma se n’è voluto andare, ancora oggi lo ricordo con affetto e stima”.

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