SCANDALO SCOMMESSE. Genoa-Samp, Palombo e Mannini tra i testimoni

SCANDALO SCOMMESSE. Genoa-Samp, Palombo e Mannini tra i testimoni

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IL SECOLO XIX – Se Milanetto parla…». Già, se parlasse, o avesse parlato. Se ne cruccia parecchio, il capo ultrà genoano Massimo Leopizzi al telefono, quando fra il marzo e l’aprile scorso disserta sulla presunta combine nel derby 2011 vinto in extremis dal Genoa, con il famoso gol di Boselli. Vorebbe forse che l’ex rossoblù si sbottonasse un po’, mentre sta deflagrando l’ultima tranche dell’inchiesta cremonese sul calcioscommesse che Leopizzi commenta essendovi coinvolto. E nella quale lo stesso Milanetto finì agli arresti per altre vicende. Ma c’è di più. Nel prosieguo di quella conversazione, secondo le ultime indiscrezioni filtrate dalla Procura, il tifoso pronuncia i nomi di due calciatori della Sampdoria, indicandoli come partecipi dei contatti ristretti che avrebbero rappresentato il preludio d’una colletta da oltre un milione e mezzo. Compiuta dai doriani per comprarsi la partita da un circoscritto gruppo di “cugini”.

Leopizzi fa riferimento in primis ad Angelo Palombo, l’ex capitano blucerchiato in forza all’Inter nella seconda metà della passata stagione. Palombo è oggi incluso nell’elenco degli “esodati”, i calciatori sotto contratto Samp ma destinati a prendere altre strade non appena si apriranno spiragli di mercato (non sono partiti per il ritiro di Bardonecchia, ndr). L’altro personaggio tirato in ballo è Daniele Mannini, centrocampista attualmente tesserato per il Siena, che ai tempi della contestata partita indossava la casacca blucerchiata.

A loro, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, il procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico e il sostituto Biagio Mazzeo – titolari del fascicolo per «frode sportiva» aperto in merito alla stracittadina – chiederanno delucidazioni nei prossimi giorni, ascoltandoli con ogni probabilità quali «persone informate dei fatti». Dal palazzo di giustizia sul punto specifico arriva un «no comment», poiché la lista dei testimoni sarà definita nel dettaglio in queste ore. Ma significative sono le parole che proprio Scolastico ha ripetuto ieri mattina: «Alcune audizioni – ha spiegato – potrebbero avvenire per rogatoria, essere insomma condotte in altre città».

I riflettori accesi su Palombo e Mannini – i quali, va ribadito, non sono al momento indagati – rappresentano comunque un salto di qualità nell’inchiesta. E aprono di fatto il filone sampdoriano degli accertamenti, che finora avevano riguardato solo giocatori del Grifone. Sul registro degli indagati, sempre per il reato di frode sportiva, sono già stati iscritti Dario Dainelli (finito al Chievo), Rodrigo Palacio (da poco all’Inter, con cui ha disputato domenica il trofeo Tim), Omar Milanetto (impiegato dal Padova prima della bufera giudiziaria) e Mimmo Criscito (approdato nel frattempo allo Zenit San Pietroburgo, in Russia). Sono tutti citati da Leopizzi in uno dei colloqui dove si fa esplicito riferimento all’ipotesi che il derby fosse stato pilotato. A informare l’ultrà, per sua stessa ammissione, di quel che si stava muovendo intorno al match, sarebbe stato l’ex difensore della Samp Luciano Zauri, pure lui incluso nel gruppo dei testi da interrogare al più presto.

Il punto di contatto fra alcuni “senatori” doriani e i pari grado genoani (è un altro dei dettagli cruciali che dovranno appurare gli inquirenti) sarebbe stato una cena segreta, cui Palombo e Mannini presero parte, e che includeva fra gli altri proprio Milanetto. Perciò, pur rimanendo nell’ambito delle indiscrezioni, Leopizzi avrebbe paventato conseguenze serie laddove ancora Milanetto avesse deciso di aprire il libro al cospetto di qualche pm. Il centrocampista, al contrario, ascoltato a Cremona ha sostenuto che non vi sia stato nulla di strano, rimarcando di aver passato lui la palla a chi segnò il gol decisivo.

Da ambienti giudiziari si apprende intanto che fra i vari fronti da esplorare vi è pure quello di possibili scommesse su una partita (teoricamente) aggiustata, sebbene i flussi di denaro non furono granché strani quella sera. Dai pubblici ministeri arriva infine un’indicazione netta: i rilievi saranno condotti a tamburo battente per una decina di giorni. Poi si tireranno le somme, con richieste di processo se emergeranno prove chiare. Oppure, opzione non così remota, una generale archiviazione.

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