CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Non è stato brillante contro i giocatori dell’Atalanta ma è bravissimo a dribblare i grumi di neve che lo infastidiscono nel percorso dallo spogliatoio al pullman. Eric Lamela sorride da lontano, per nascondere una timidezza che in campo non vedrete mai, poi si avvicina. Sono le 18.15 di domenica, la Roma è pronta a partire per l’aeroporto di Orio al Serio dove è attesa da un charter, la vittoria è ancora fresca come l’aria gelida di Bergamo, Lamela ha l’occhio felice: «Sono contento, siamo contenti. E’ una vittoria importante, questa, su un campo così. Ci voleva».
FIDUCIA – Sa di non aver giocato una grande partita ma non per questo ha perso il buon umore, anche in chiave futura: «Siamo una bella squadra, dobbiamo continuare su questa strada» . La strada dell’Europa? «Vediamo» . Della Champions League? « E’ una possibilità, dipende dagli altri» . E qui viene il bello: Lamela va via, sale sul pullman, sembra tutto finito. E invece no, cambia idea, si sporge dalla scaletta, chiama e urla: «Dipende dagli altri, vero, ma anche da noi…» . Stavolta il sorriso si trasforma in risata. Che solo una cosa significa: la Roma ha ricominciato a pensare all’Europa più bella, a dispetto di un ottavo posto che non è stato ancora cancellato dalla classifica.
L’ESPERIENZA – (…) Simone Perrotta rilancia le ambizioni dell’ultima parte di stagione: «Se dovessimo restare fuori dall’Europa per il secondo anno di fila sarebbe un fallimento totale della società e di noi giocatori. L’obiettivo è il terzo posto: dobbiamo puntare in alto, vista la maglia che indossiamo. Ma anche l’Europa League sarebbe un grande traguardo se pensiamo a come eravamo messi fino a poche settimane fa»
. Non era tutta colpa di Zeman, però: «A noi dispiace quello che è successo. Purtroppo nel calcio quando le cose non vanno bene paga l’allenatore. Di sicuro con Andreazzoli è stato ricreato un clima di entusiasmo, che riesce a valorizzare la qualità c’è nel gruppo. Conoscevo Aurelio ma ovviamente non sapevo come sarebbe andato da primo allenatore: credo sia stato bravo a lavorare con attenzione sull’aspetto mentale. Senza la testa non si va avanti e lo voglio ricordare ai ragazzi che si avvicinano al nostro mondo» .
RINASCITA – La vittoria di Bergamo ha trasmesso una sensazione di solidità e di attaccamento al risultato che prima non si vedeva. L’atteggiamento di chi è entrato, da Tachtsidis a Florenzi, era feroce. Alla fine hanno festeggiato tutti Andreazzoli, persino Goicoechea che era un fedelissimo di Zeman e che nella nuova gestione ha perso il posto. Perrotta poi è stato ammirevole per la dedizione e l’applicazione al doppio ruolo: prima mezz’ala destra, poi centravanti guastatore come ai tempi di Spalletti: «Nelle ultime tre partite la squadra ha reagito bene, comportandosi nel modo giusto. Il gruppo è giovane ma ha talento. Quanto a me, mi sento in forma. E se vengo chiamato in causa, come nella mezz’ora di Bergamo, provo a dare il massimo. L’importante nello sport è impegnarsi sempre» . (…)