Spagna-Italia, un anno dopo

Spagna-Italia, un anno dopo

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rassegnastampaIL MESSAGGERO – U. TRANI – Un anno dopo è ancora Spagna-Italia. Stasera a Fortaleza gli azzurri, nella semifinale della Confederations Cup, hanno l’occasione di prendersi la rivincita sui campioni del mondo di Del Bosque che, il 1° luglio scorso all’Olympiyskiy stadion, si divertirono nella finale di Euro 2012. Quella notte in Ucraina finì 4 a 0. Senza storia. Due reti per tempo, con la nazionale di Prandelli mai in partita. Purtroppo, come nella competizione continentale, è la situazione fisica a preoccupare il nostro cittì: più di un giocatore, anche in questa manifestazione, non è al top. Fondamentale il recupero di Pirlo, assente per un guaio muscolare nella gara persa sabato contro il Brasile, e quello di De Rossi che ha scontato contro la Seleçao il turno di squalifica. Abate e Balotelli sono già tornati a casa per gli infortuni che non hanno permesso loro di essere disponibili. Due titolari in meno: partirono dall’inizio pure a Kiev e soprattutto il forfati di SuperMario, con 10 reti il più prolifico tra i protagonisti di questa gestione tecnica, può pesare. Al suo posto Gilardino, 31 anni e miglior cannoniere azzurro in attività con 18 gol.

RITORNO AL PASSATO Nella finale di Kiev, nonostante le precarie condizioni di alcuni interpreti, Prandelli schierò il suo sistema di gioco preferito: il 4-3-1-2, rombo a centrocampo con Pirlo vertice basso e Montolivo alto, dietro alle due punte che in Brasile non ci sono, Balotelli e Cassano. Stavolta, però, correggerà l’assetto e tornerà alla difesa a tre che non gli piace e che invece dà certezze al blocco Juve. La rivoluzione tattica dipende dall’attuale fragilità difensiva: 8 reti in 3 partite durante la Confederations Cup sono troppe. Per la storia della nostra nazionale e per l’ambizione del gruppo che vuole conquistare la finale dopo la delusione nella Confederations sudafricana del 2009 con l’eliminazione che anticipò la figuraccia dell’anno dopo al mondiale. Il ct scelse la linea a tre al debutto nell’Europeo della stagione scorsa e proprio contro la Spagna in Polonia. All’Arena di Danzica risultato positivo, 1 a 1, e prestazione convincente. In difesa, però, scivolò De Rossi, per la convalescenza di Barzagli. A Fortaleza vedremo il trio bianconero di Conte, davanti ovviamente a capitan Buffon.

MODIFICHE E NOVITÀ Giaccherini, il jolly di Prandelli, diventa esterno sinistro come nelle prime due gare di Euro 2012. Il sistema di gioco sarà il 3-4-2-1. Rispetto alla finale di Kiev, 4 innesti: Giaccherini, Maggio, Candreva e Gilardino. E 7 juventini su 8 convocati. Il ct, però, non svela la formazione. Ha tre uomini per due maglie: Marchisio, Candreva e Montolivo. «Ma quale vendetta, il mio sogno è vincere con una grande partita. La Spagna non è il nostro modello di riferimento. E l’offensivismo non è un mio capriccio, cerco di adattarmi alle caratteristiche dei giocatori. Senza Balotelli perdiamo come individualità, ma possiamo acquistare nel gioco. Se dovessi cambiare modulo non è perché siamo in difficoltà. Ho più opzioni e le sfrutto». Buffon sincero: «La vendetta è sentimento che non ci appartiene. Se dicessi che siamo favoriti contro la migliore squadra del mondo, il mio ottimismo rasenterebbe la pazzia. Ma abbiamo la convinzione che possiamo giocarcela». Del Bosque non si fida: «L’assenza di Balotelli è importante, ma non sarà decisiva: chi lo sostituirà, nel proprio club fa il titolare. L’Italia ha altri calciatori validi, come Giaccherini, ci conosce bene e nella gara inaugurale dell’Europeo ci fece soffrire parecchio».

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