Luciano Spalletti lega il suo nome alla Roma con 87 punti, il record del club in un campionato di Serie A. Eppure il tecnico di Certaldo, che stamattina comunicherà a Pallotta il segreto di Pulcinella, ovvero l’addio e le seconde nozze con l’Inter, a torto o a ragione sarà ricordato a Roma come il tecnico che ha messo fine alla carriera di Francesco Totti
«Forse ho sbagliato nel suo utilizzo in questo anno e mezzo – ha detto il tecnico –, ma attraverso lui volevo stimolare la squadra, la crescita degli altri giocatori, perché l’esaltazione continua di Tottipoteva diventare un limite. Magari ho sbagliato nel dosaggio, a volte sono andato oltre. Sono i ruoli, andava fatto così. Francesco è un bravissimo ragazzo, forse gli ho creato alcune difficoltà, ma l’obiettivo era dare qualcosa in più alla Roma tutta per costruire un futuro senza di lui. E penso di esserci riuscito, abbiamo guadagnato punti su tante squadre dal giorno del mio arrivo, essere arrivato secondo dietro questa Juve è un grandissimo risultato».
Un pensiero sulla festa di commiato per il capitano: «È stata una festa incredibile, se Francesco come credo dovesse smettere di giocare sarebbe una perdita da colmare: ottavo re di Roma è poco, lui è un imperatore. Ho parlato con lui in settimana, credo sarebbe giusto facesse il vicepresidente, penso si sia convinto a mettersi a disposizione per qualcosa di importante in questa società».
Fonte: Gazzetta dello Sport