Il Tempo (A.Austini) – A Madrid con Totti, Sabatini, Spalletti e la squadra, senza aver sciolto i nodi sul futuro. Pallotta tornerà negli States dopo la gara di Champions e lascerà aperte le questioni più delicate. In realtà era previsto che in questi giorni ne risolvesse solo una, quella legata al capitano, ma servirà ancora del tempo. La posizione della società è ormai piuttosto chiara: Totti deve passare dal campo alla scrivania al termine di questo campionato per non ritrovarsi a vivere una malinconica stagione in panchina, che striderebbe con la sua carriera da campione. Pallotta e i dirigenti lo hanno fatto capire al numero 10, senza però metterlo di fronte a una decisione già presa a tavolino, come fece ad esempio la Juventus con Del Piero. La loro speranza è che Totti cambi idea e si «rassegni» da solo a cambiare mestiere. Il problema è che lui si sente ancora calciatore e vorrebbe continuare per un ultimo anno. Da qualche giorno, capita l’aria che tira, sta riflettendo. Con amarezza edelusione: preferirebbe che la Roma gli parlasse in modo ancora più netto, anche attraverso Spalletti.
Ma il tecnico, come Pallotta, non intende passare alla storia come l’uomo che ha fatto smettere il giocatore più importante della storia giallorossa. «Francesco è il più forte del nostro dopoguerra – ha ripetuto il toscano alla tv di Trigoria – da lui ho imparato moltissime cose e mi ha aiutato a vincere tre coppe. Spero riesca a chiudere nella maniera più corretta la carriera per quello che gli dice il suo cuore. È una situazione che mi mette in difficoltà perché molti vogliono abbinare la sua situazione alla mia, ma io ho assoluto rispetto per il campione e per l’uomo». Tradotto: non mi mettete in mezzo. Nell’intervista a Roma Tv scorrono le immagini della vita di Spalletti, compresa quella che ritrae una parete di casa con affisse tante maglie dei suoi giocatori, comprese quelle del capitano in un angolo speciale. «Ho il timore che i “tiratori scelti” diranno: “guarda le maglie di Totti, le ha messe in panchina”. Invece gli ho dedicato un posto tutto per lui».