LE FOGNE – Forza Inter di qua, forza Inter di là e tutti ai suoi piedi. Ma poi, come per incanto, dopo i primi scricchiolii ecco le prime reazioni. Spalletti ha cominciato le sue difese d’ufficio con frasi social, parlando di fogne, cigni, brutti anatroccoli, gufi. L’ambiente Milano stava diventando come quello di Roma. No, dai. Impossibile. Ma ecco che dopo qualche sconfitta inaspettata, l’attacco ai giornalisti e uno si è beccato del «perdente». Per poi, sempre Spalletti, sbottare quando gli si è fatto notare come all’Inter mancasse un difensore. Ci risiamo? No, essù. Eppure l’ambiente attaccato dal Lucio è lo stesso che qualche settimana prima lo aveva definito il nuovo Mourinho. Lo stesso, identico. Il calcio è questo, ovunque. Bisogna saper reagire con ordine, anche a qualche critica sopra le righe. Mettersi sullo stesso livello è sbagliato, ti confonde. E uno come Spalletti non dovrebbe confondersi, perché il calcio lo conosce e lo sa fare e le critiche sono rumori di fondo, non un fantasma da combattere. Roma lo aveva reso re, Milano pure. Adesso qui in tanti tifano contro di lui e gli interisti cominciano ad avere qualche dubbio. Inter-Roma è la partita che proprio non ci voleva in questo momento: troppa tensione, troppo alta la posta in palio. Troppo tesi gli ambienti per poterla vivere come una grande sfida di calcio guidata da due bravissimi allenatori, Spalletti e Di Francesco. Mah, sarà colpa dell’ambiente; del buco dell’ozono, del sindaco Marino. Sempre colpa di altri, insomma. Questi fantasmi.