LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) – Tanti cambi otto dalla trasferta di Lecce non premiano la Roma, bloccata sull’1-1 dal non irresistibile Wolfsberger. Deludente il pareggio in Austria che poco sposta nella classifica del girone (i giallorossi restano primi), ma restituisce la sensazione di una squadra che ha affrontato l’impegno con leggerezza e con la testa molto probabilmente più al campionato che all’Europa League. Un’occasione sprecata per archiviare, o quasi, la qualificazione ai sedicesimi di finale. Il punto è arrivato dopo il rocambolesco gol trovato da Spinazzola che poi, a inizio ripresa, commette l’errore che regala la rete dell’1-1 al Wolfsberger. E fa subito autocritica: «Ho sbagliato troppo nel secondo tempo. È un pareggio che fa rabbia». Difende invece i suoi Fonseca: «L’atteggiamento dei giocatori è stato buono, sono soddisfatto loro pressavano tanto. Sapevamo che era un avversario non facile. Abbiamo dominato la partita, ma sbagliato troppe occasioni. In alcuni momenti non è stato facile salire dalla loro pressione. Abbiamo cambiato molti giocatori e si sono comportati bene. L’unica strada, viste le tante partite, è far girare i giocatori».
La paura degli infortuni già otto quelli muscolari, più Pellegrini – ha forse condizionato le scelte del portoghese, che non ha voluto rischiare nulla (Smalllng era in tribuna, Florenzi è stato colpito dall’influenza nella notte). Rispetto alla formazione di Lecce sono stati confermati solamente Mancini, Diawara e Kluivert. Negative le prove di Pastore e Kalinic, messo in campo per far rifiatare Dzeko. Eppure Cristante è soddisfatto: «Abbiamo affrontato un’ottima squadra che pressava alto. Potevamo sfruttare qualche occasione avuta e stare più attenti nelle loro ripartenze, ma un pareggio qui da loro va comunque bene». Neanche il tempo di rientrare a Roma, che la squadra dovrà cominciare a pensare al campionato. Dopodomani, all’Olimpico, arriverà il Cagliari (ore 15), ultimo impegno prima della seconda sosta del campionato. E nessuno ha voglia di commettere passi falsi. Il tecnico ripartirà dalle prime scelte, costretto a fare a meno degli infortunati Pellegrini e Mkhitaryan, ma pronto a rimettere Dzeko dal primo minuto.
Si difende, intanto, Petrachi, dall’indagine aperta dalla Procura federale sul suo coinvolgimento con la Roma mentre era sotto contratto col Torino («Ho parlato con l’Inter per Dzeko a maggio», le parole incriminate). «Credevo fosse lampante che avessi avuto un lapsus – spiega il ds – ho detto maggio anziché luglio. Sono sereno, quando sarò chiamato risponderò di tutto».