Sullo Stadio la Roma in linea teorica sarebbe ad un passo dal traguardo, visto che manca l’ultimo ok del Comune. Il problema però, oltre alla difficoltà politiche della maggioranza, è che l’area e il progetto non interessano più come 8 anni fa, quando l’ex presidente Pallotta e il costruttore Parnasi firmarono l’accordo che avrebbe dovuto consegnare al club l’impianto entro il 2016. La famiglia Friedkin, che è subentrata al magnate di Boston, oltre a non apprezzare molto la zona prescelta, si trova a gestire il mondo post-Covid.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, non è un mistero che la strada preferita dai nuovi proprietari della Roma sarebbe quella di avere in concessione, da parte del Comune, lo stadio Flaminio per 99 anni. A quel punto, una ristrutturazione mirata (lo stadio è sottoposto a vincoli architettonici) e magari l’utilizzo di alcune aree circostanti di proprietà del Demanio, consentirebbe al club giallorosso di avere un impianto nel cuore della città. In ogni caso, la sindaca Raggi non si è tirata indietro su nessun fronte. «Qualora ci fosse l’intenzione da parte dei proponenti di cambiare area, vedremo. Noi siamo a disposizione a aperti verso qualunque proposta»