Giovanni Caudo, presidente del III municipio ed ex assessore all’urbanistica del comune di Roma, è tornato a parlare del progetto Stadio della Roma a Tor di Valle, intervenendo ai microfoni di Radio Radio:
Presidente Caudo, lei può essere definito il papà dello stadio della Roma a Tor di Valle, in un suo intervento sull’Huffington Post ha rivelato che se l’Amministrazione Raggi avesse voluto, avrebbe potuto recedere dal procedimento che avevate incardinato. E’ corretto?
Noi abbiamo lavorato perché lo stadio si facesse. Avevamo davanti 5 anni, dopo 2 anni e 4 mesi siamo andati via e quindi si è interrotto un percorso. Io ho rappresentato l’iter nel momento in cui siamo andati via e che cosa si poteva fare. Chiaramente noi eravamo impegnati per farlo e gli impegni che avevamo preso erano esattamente costruiti con questo obiettivo.
Da urbanista e da accademico, a questo punto si può davvero interrompere l’iter alla luce degli ultimi accadimenti oppure è un processo irreversibile?
Troppi piani che si incrociano, mi pare che la confusione sia altissima e qualsiasi cosa dicessi in questo momento sarebbe inopportuna perché l’unica cosa che si capisce è che c’è uno “STADIO” confusionale.
Se non fosse caduto Marino è plausibile pensare che i lavori sarebbero già iniziati?
Con i se non si fa la storia, quindi non lo so, ma quello che noi avevamo costruito l’avevamo costruito con rigore e solidità con un iter procedurale chiaro trasparente, tutti quanti hanno potuto partecipare e dire la loro nel bene e nel male, perché le cose così complesse o si fanno con rigore serietà e lungimiranza o non si fanno e non conviene neanche cominciare. Probabilmente avevamo buone chance di essere a buon punto. Però il punto di partenza che era stato già come doveva essere fatto, nel migliore dei modi.