LA REPUBBLICA (P. BOCCACCI) – Lo stadio della Roma si farà. Il primo vero round tra il Campidoglio della giunta 5 Stelle e la società giallorossa finisce così. Ma, di fronte al direttore generale della squadra di James Pallotta, Mauro Baldissoni, e al costruttore LucaParnasi, l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini ripete la sua tesi: «I metri cubi dell’operazione sono eccessivi, il piano regolatore ne permette 350 mila, cioè solo per costruire lo stadio, e non anche i 650 mila dei tre grattacieli del Business Park». E la responsabile della Mobilità della giunta Raggi, Linda Meleo, precisa: «Il nuovo ponte sul Tevere, per lo svincolo dell’autostrada Roma-Fiumicino, non è necessario, perché si costruirà accanto il ponte dei Congressi, e il prolungamento della metro B1 non lo faremo perché bloccherebbe il funzionamento della linea».
Ma intanto si interpreta il risultato del primo confronto. Una certezza ormai c’è. Il Comune è contrario alla costruzione del nuovo ponte sul Tevere e al prolungamento della metro B fino alla stazione di Tor di Valle, due delle opere che il Consorzio della società giallorossa avrebbe dovuto costruire in cambio della variante che, secondo il progetto già approvato dalla giunta Marino, permetterebbe ai metri cubi di passare dai 350 mila previsti dal piano regolatore a circa un milione. Per il ponte-svincolo e i chilometri in più di metropolitana i privati avrebbero speso circa 100 milioni di euro. Ma i 50 milioni della linea B potrebbero servire ad acquistare altri treni per la Roma-Lido, mentre gli altri sarebbero sottratti alle cubature, corrispondendo grosso modo ad un grattacielo in meno. Intanto il Pd accende la polemica con il consigliere Pelonzi: «Non si capisce perché al vertice non siano stati invitati la commissione urbanistica e i consiglieri di opposizione. In ogni caso se ci sono modifiche devono essere approvate con una nuova variante urbanistica del Comune».