La favorita è sempre l’area degli ex Mercati generali all’Ostiense, ma per il nuovo stadio della Roma spunta un’alternativa. L’idea, nel caso in cui non riesca il dialogo con il Comune, è quella di tentare l’interlocuzione con il Coni e la sua controllata Sport e Salute per l’Olimpico. Dopo il complicatissimo addio a Tor di Valle, la Roma ha fretta. «Se passerà ancora un anno, perderemo sia l’interesse degli investitori sul progetto che l’onda del Recovery Plan e della ripartenza post-Covid», avvertiva a metà luglio Guido Fienga, amministratore delegato uscente della società dei Friedkin ma confermato advisor sul dossier stadio.
Come riferisce la Repubblica, tanto in Campidoglio che dalle parti di Trigori è cominciata a circolare l’ipotesi del piano B. Scartata la pista che porta a Tor Vergata – un’area di proprietà dell’università, del Cnr, della Banca d’Italia e del Comune considerata troppo lontana dal cuore della città, al pari di Tor di Valle – riecco l’Olimpico. Che, però, avrebbe bisogno di una ristrutturazione profonda: via la pista di atletica, con curve e tribune più a ridosso del rettangolo verde.
Ipotesi difficile, ma non più dell’area dell’Ostiense. Sull’area degli ex Mercati generali insiste sempre il vecchio progetto (mai realizzato) della Città dei Giovani, per il quale il Comune dovrebbe prima revocare la concessione. Altra difficoltà che fa il paio con l’assetto della viabilità da risistemare e il nodo della realizzazione dei parcheggi. Dopo i primi incontri tra le parti, attesi nelle prossime settimane, la palla passerà quindi al Campidoglio.