Stadio della Roma, un’Odissea lunga 2606 giorni: da Alemanno a Marino, fino...

Stadio della Roma, un’Odissea lunga 2606 giorni: da Alemanno a Marino, fino alla Raggi. Gli intoppi, le inchieste, gli annunci e gli oppositori del sogno giallorosso-americano

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FOCUS CGR – Un nuovo terremoto, una nuova spallata alle speranze della Roma di vedere edificato il nuovo stadio a Tor di Valle nei tempi prestabiliti. L’arresto per corruzione di Marcello De Vito, presidente della Giunta capitolina, ha aperto un nuovo fronte critico sull’iniziativa della società giallorossa, che inevitabilmente coinvolge anche il progetto dell’impianto e i relativi ultimi passaggi burocratici. Una vicenda che ha per ora colpito e sconvolto solo l’ambito politico di questa lunga e tortuosa storia, ma che potrebbe portare come riflesso a nuovi rallentamenti sulla conclusione dell’iter amministrativo.

Sono passati 2606 giorni dall’avvio del progetto: nei primi mesi del 2012, la Roma incaricò in un’azienda terza – la Cushman&Wakefield – di analizzare il territorio capitolino con l’intento di individuare il sito più adatto per l’edificazione dell’impianto. Completate tali relazioni, gli specialisti consultati scelgono la zona di Tor di Valle tra ottanta possibili location, per varie ragioni logistiche. L’allora sindaco Gianni Alemanno viene invitato a cena dal Presidente Pallotta: Sono venuto questa sera per avere un confronto col presidente Pallotta sul nuovo stadio della Roma, per capire quanto tempo ancora ci mettono”.  Il 30 dicembre a Trigoria va in scena la video-conferenza tra Orlando e Roma, con l’annuncio: lo stadio si farà a Tor di Valle, avrà 55mila posti e ospiterà le partite della Roma a partire dal 2016/17. Brindisi tra il presidente giallorosso e il partner ingegneristico Luca Parnasi, con tanto di benedizione della giunta di centrodestra.

Inizio 2013
Si corre spediti in questa primissima fase: il progetto viene affidato all’architetto Dan Meis
e la giunta di Ignazio Marino, che a giugno del 2013 succede a quella di Gianni Alemanno, inizia da subito a lavorare con la società per addivenire alla prima delibera di pubblica utilità. A marzo 2014, viene svelato il primo progetto (plastico), nella sala della Protomoteca in Campidoglio, alla presenza dei vertici della società. In prima fila presente la squadra, capitanata da Totti, mister Rudi Garcia e diversi esponenti del mondo giallorosso come Bruno Conti e Falcao. Il sindaco Marino dichiara in quella sede: “Vogliamo che Francesco (Totti ndr) e gli altri possano giocare già nella stagione 2016-2017 nel nuovo impianto”. A dicembre in campidoglio, dopo lunghi vertici e una trattativa che sembrava poter sfumare con alcuni momenti di tensione, viene firmata e deliberata dall’Assemblea Capitolina la delibera  di pubblico interesse per la Città di Roma. Alla Magistratura penale e a quella contabile vengono presentati due esposti: uno del Movimento 5 Stelle, un altro dal “Comitato residenti Tor di Valle”. In entrambi i casi, l’oggetto dell’esposto è il calcolo delle cubature.

Anno 2015
Con notevole ritardo
la società consegna al Campidoglio il dossier di 8000 pagine sul ‘master plan‘, con la speranza del presidente Pallotta di “iniziare i lavori a fine anno”. Qui si materializza il primo grande intoppo di tutta l’operazione. La Roma disperde circa 8 mesi tra lungaggini burocratiche e definizione tecnica di tutti gli aspetti progettuali. Mark Pannes è il responsabile del progetto Stadio della Roma – che poi sarà sfiduciato e sostituito ad inizio 2016. Il Comune rimanda indietro la bozza con 101 prescrizioni. La Roma prova a spingere mediaticamente l’operazione con una maxi-conferenza che presenti integralmente tutto il progetto definitivo. A luglio, il progetto passa all’esame della Regione Lazio per l’approvazione definitiva. Poi il plastico dello stadio oltre al Business Center con le tre torri, le infrastrutture che circonderanno l’impianto, vengono esposti alla “Casa della Città”.  Nell’autunno del 2015 arriva il secondo scossone al progetto: cade la giunta Marino e il comune viene commissariato con la nomina di Tronca.

Anno 2016
Il responsabile Mark Pannes viene sostituito da David Ginsberg: Pannes paga i ritardi sulla presentazione dell’intero progetto. Il 29 aprile avviene la presentazione dei disegni tecnici presso il Coni. A metà anno il progetto completo con tutti gli emendamenti arriva finalmente in Comune, dove, nel frattempo, si è insediato un nuovo sindaco a seguito delle elezioni: Virginia Raggi. Parte una fase politica molto aspra, considerato l’originario no che il Movimento 5 Stella aveva espresso all’opposizione sul progetto del nuovo stadio. Dopo l’insediamento della nuova Giunta, la Delibera non viene ritirata, ma il Comune trasmette gli elaborati del progetto definitivo alla Regione Lazio, accompagnati da una nota in cui si evidenziano ancora criticità e carenze progettuali. Sulla scena compare la figura di Berdini, nuovo assessore all’Urbanistica della giunta grillina, che da subito fa capire qual è il suo parere (negativo) sull’operazione: “Rispetteró le leggi ma useró ogni mezzo consentito per impedire che il progetto sia approvato”, si presenta con queste parole Berdini, provocando la rabbia della Roma che attraverso la figura di Mauro Baldissoni, ammette: “Se il progetto si blocca faremo causa da milioni di euro”. Il 3 novembre si apre, presso la Regione Lazio, la conferenza di Servizi decisoria. Mentre si susseguono le riunioni istituzionali con i rappresentanti dei soggetti pubblici coinvolti (Stato, Regione, Comune e vari enti e uffici), alla presenza e dei cittadini e delle associazioni che ne hanno fatto richiesta, i vertici capitolini incontrano più volte i rappresentanti di Roma AS e Eurnova, mentre si susseguono indiscrezioni giornalistiche e dichiarazioni ufficiali, sul fatto che il Comune intenda modificare il progetto, diminuendo in maniera sensibile le cubature precedentemente concesse a compensazione dalla Giunta Marino.

Anno 2017
Il 31 gennaio si tiene la quinta seduta della (prima) Conferenza, che dovrebbe concludere il procedimento: il Comune chiede una proroga di 30 giorni, poi deposita, insieme a Roma Città Metropolitana, un parere unico “non favorevole”, che tuttavia lascia aperta la possibilità al proponente di modificare il progetto e consegnare ulteriori elaborati per “addivenire a un parere favorevole”. Nel frattempo Paolo Berdini rassegna le sue dimissioni irrevocabili ma a complicare i piani arriva la Soprintendenza di Roma per il MIBACT che annuncia a sorpresa la richiesta di apporre un vincolo diretto “sull’immobile denominato Ippodromo di Tor di Valle…a causa del pregio della tribuna “progettata dall’architetto di fama internazionale Julio Garcia Lafuente e un vincolo indiretto sul contorno.

La Roma, nella persona di Mauro Baldissoni di fatto nominato soggetto unico da Pallotta che segua lo sviluppo dell’intero progetto, fa sentire ancora una volta la sua voce e accelera i tempi incontrando il 24 febbraio in Campidoglio la sindaca Raggi. Entra in scena l’avvocato, fedelissimo dei Cinque StelleLuca Lanzalone che segue per la giunta capitolina la trattativa che porta alla modifica del progetto iniziale. È lui a raggiungere l’accordo con gli incaricati della società sul nuovo piano che prevede una serie di modifiche, con meno cubature extra stadio e la cancellazione delle celebri due torri-grattacielo. Il nuovo progetto viene annunciato urbi et orbi come 2.0 – #UnoStadioFattoBene lo slogan di Virginia Raggi.

 

Da qui una nuova intensa fase amministrativa: il 3 marzo 2017 si riunisce la Conferenza dei servizi decisoria in Regione, in quella che dovrebbe essere la riunione di chiusura del procedimento; la richiesta del proponente Eurnova di un’altra sospensione, appoggiata da una lettera della Sindaca, che comunica l’intenzione di modificare il progetto scaturito dall’accordo con il proponente, viene respinta. Vengono depositati i pareri unici di Stato (parere favorevole con prescrizioni) e Regione Lazio (parere contrario)ma, vista la complessità “sia in presenza di atti d’assenso che di dissenso” del procedimento, si assegnano altri 30 giorni “per la redazione dell’atto finale di conclusione del procedimento”.

5 aprile 2017 la Regione Lazio procede “alla conclusione NEGATIVA della Conferenza di servizi, ma contrariamente alle previsioni di durata prescritte dalle norme (ai sensi dell’art. 10-bis della L. 241/1990 10 giorni, cioè fino al 15 aprile), il tempo concesso per le osservazioni del proponente viene prolungato fino al 15 giugno, data in cui scade il termine massimo di chiusura del procedimento relativo al vincolo del MiBACT sull’Ippodromo e aree limitrofe

6 giugno 2017–  la Giunta Raggi approva una Proposta di delibera che conferisce il pubblico interesse al nuovo progetto, che l’8 e il 9 giugno viene sottoposta al parere delle 5 Commissioni

15 giugno 2017 – la commissione regionale del MIBACT si esprime per l’archiviazione del vincolo all’Ippodromo con tre voti favorevoli e due contrari

Eurnova consegna alla Direzione regionale Territorio Urbanistica e Mobilità della Regione gli elaborati del nuovo progetto denominato Progetto allegato alle Osservazioni del proponente” (che saranno pubblicati sul sito della Regione solo il 4 agosto), con una nota in cui chiede che “la nuova soluzione progettuale venga esaminata epositivamente valutata da tutte le amministrazioni interessate in una nuova conferenza dei servizi decisoria“. Successivamente, nonostante il termine fissato scadesse il 15 giugno, Eurnova deposita ulteriori elaborati integrativi del “progetto adeguato” (il 22 giugno, il 28 giugno e il 26 luglio) .

Agosto 2017 – pervengono i “pareri” (in realtà valutazioni) dei soggetti unici che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi decisoria. Sul prosieguo del procedimento non si esprimono, individuando nella Regione il soggetto competente. Sui nuovi elaborati progettuali Comune, Città metropolitana, Stato, la stessa Regione, continuano a rimarcare criticità: se qualcuna è stata superata dalla nuova versione del progetto, altre se ne aggiungono, in seguito alle modifiche apportate dalle richieste della Giunta Raggi, come la cancellazione del Ponte di Traiano previsto dal progetto Marino/Caudo per l’accesso dall’autostrada Roma Fiumicino, camcellazione bocciata dal Dipartimento dei Trasporti.

8 settembre 2017 – il proponente presenta ancora ulteriori elaborati dell’”adeguamento del progetto definitivo” la Regione Lazio convoca le amministrazioni coinvolte fissando la prima riunione di una SECONDA Conferenza dei Servizi decisoria per il 29 settembre.

In pratica si è deciso di continuare ad operare all’interno dello stesso procedimento aperto per il progetto Marino/Caudo – bocciato la scorsa primavera – ma su un progetto nuovo e diverso, che però, ostinatamente, viene chiamato “adeguamento” del precedente. Come se le modifiche riguardassero solo le criticità del vecchio progetto segnalate dagli uffici, e non una precisa e diversa scelta politica della nuova maggioranza capitolina, che ha cambiato in corsa gli accordi con il privato, togliendo cubature private ma anche infrastrutture pubbliche.

5 dicembre del 2017

Viene  approvato dalla Conferenza dei servizi il progetto definitivo (quello “adeguato” alle nuove richieste della Giunta pentastellata) con tutte le prescrizioni, tra le quali alcune emerse nei giorni immediatamente precedenti e non ancora sottoposte a verifica tecnica ed economica. Prescrizioni la cui implementazione e valutazione sono rimandate alla fase della stesura del progetto esecutivo, con gli eventuali (e probabili) costi aggiuntivi che – si è detto – dovranno essere a carico del proponente. Non viene più inserito il Ponte di Traiano, secondo accesso/uscita dall’area circondata per 3/4 dal Tevere, che è stato il “convitato di pietra” di tutta la CdS, perchè, anche se non faceva parte della Conferenza (tagliato dall’accordo tra Roma Capitale e Eurnova per tagliare le cubature che sarebbero servite a finanziarlo), è rimasto in sospeso, dopo alcune ipotesi della sua realizzazione con un finanziamento pubblico lanciate dai Ministri Lotti  e Delrio  ma mai formalizzate dal Governo.

I lavori proseguono, l’obiettivo del Campidoglio è arrivare all’apertura del cantiere entro il 2018.

Anno 2018 –
Da gennaio a maggio 2018 proseguono i lavori per la stesura della variante urbanistica da portare in Assemblea capitolina e addivenire così al famigerato ‘permesso di costruire’ che dia il via ai lavori. Il
13 Giugno 2018 però arriva il nuovo stop: scatta l’inchiesta Rinascimento -il blitz con 9 arresti e 27 indagati, di politici e imprenditori: fra loro Luca Lanzalone, presidente di Acea nominato dalla sindaca Virginia Raggi, Adriano Palozzi, vice Presidente del Consiglio Regionale del Lazio (FI) e soprattutto Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova che sta realizzando il progetto dello Stadio. Le vicende giudiziarie sono ancora in corso, ma il presidente della Roma James Pallotta sembra aver perso la pazienza e si lascia andare ad uno sfogo: “Se non ci fanno fare lo stadio, lascio la Roma”.

Baldissoni e Raggi annunciano nei giorni successivi, con una dichiarazione congiunta, che in conformità con quanto affermato dal Procuratore Paolo Ielo, l’iter amministrativo legato all’approvazione del progetto dello stadio, non è stato viziato dall’inchiesta penale. Si attende il parere del politecnico di Torino sul tema della viabilità a fronte del delicato problema legato al famigerato Ponte di Traiano.

 Anno 2019 – A otto anni dall’inizio del progetto, arriva la conferenza stampa della Sindaca Virginia Raggi che svela il risultato del parere richiesto al politecnico di Torino: “Lo stadio si farà. Il parere del Politecnico è positivo e rispetta tutte le prescrizioni legate alla viabilità che avevamo richiesto”. La Roma finalmente si sente sicura e si attende in tempi rapidi la votazione in aula della convenzione urbanistica e della relativa delibera. “La società ha acquisito un diritto, con la chiusura positiva della Conferenza di servizi” – annuncia Mauro Baldissoni – “auspichiamo che la giunta in tempi rapidi concluda l’iter per iniziare i lavori”. 

La nuova inchiesta su De Vito è storia di queste ore…

 

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