Lo stadio della Roma, ormai, è diventato un paradigma di come non devono andare le cose.ti distanti perfino sulla pubblica utilità dell’opera. Ieri Il Messaggero ha svelato l’esistenza di una lettera che il Dipartimento Urbanistica ha inviato il 13 maggio scorso a Roma ed Eurnova, i due soggetti proponenti, accusati di aver presentato modifiche tali da rimettere «in discussione l’intero assetto del progetto», perché verrebbero meno «gli elementi qualificanti del già dichiarato interesse pubblico». Tra i motivi del presunto casus belli, è citato anche il vincolo di utilizzo dell’opera, minimo 30 anni, che il club – denuncia ilComune – vorrebbe ridurre.Circostanza che ieri la Roma ha smentito.Peraltro la lettera è stata superata dall’incontro di mercoledì. . La Roma è tranquilla, rispetterà le condizioni contenutenella delibera di interesse pubblico e le prescrizioni della Conferenza di servizi. Sui tempi, però, il club non transige: l’apertura dello stadio non può aspettare né il completamento della Roma-Lido, di cui deve occuparsi la Regione, né gli espropri dell’Ostiense, un capriccio del Comune. La variante al piano regolatore e la firma della Convenzione urbanistica devono arrivare entro l’estate.
Fonte: Gazzetta dello Sport