IL MESSAGGERO (M. ALLEGRI/L. DE CICCO) – Partono gli interrogatori nell’inchiesta che vede Virginia Raggi indagata per abuso d’ufficio nell’approvazione del progetto stadio a Tor di Valle. Ieri è stata la volta della direttrice dell’Urbanistica comunale, Cinzia Esposito. E oggi toccherà a due consiglieri municipali grillini (uno in realtà è un ex), entrambi considerati testimoni cruciali dal gip, che ha respinto la richiesta di archiviazione della
Procura disponendo nuovi accertamenti. Il nodo riguarda un passaggio mancante nella votazione della delibera sul pubblico interesse. Circostanza che i consiglieri dovranno chiarire alla pm Elena Neri.
La vicenda è del giugno 2017. Parnasi aveva fretta. Entro il 15 del mese, data ultima, avrebbe dovuto presentare valutazioni che gli permettessero di superare la chiusura della Conferenza dei servizi. A un soffio dalla dead-line, il costruttore riuscì a strappare la delibera che approvava di nuovo il progetto, con la revisione voluta dai pentastellati. Secondo Paolo Mancuso, ex M5S, presidente della Commissione Urbanistica del IX Municipio, sarebbe avvenuta una «forzatura». È uno dei due testi che saranno sentiti oggi. Intervistato su queste colonne a fine aprile, Mancuso ha sostenuto che «a giugno 2017 la mia Commissione venne aggirata, in barba al Regolamento sul decentramento di Roma». Che effettivamente, all’articolo 6, comma 9, recita testualmente: «I pareri sono espressi dal Consiglio municipale, acquisito il parere della competente Commissione municipale». Invece, ha raccontato Mancuso, «né la Commissione Urbanistica, né quella della Mobilità, vennero ascoltate. Il Municipio votò il parere su Tor di Valle, obbligatorio anche se non vincolante, in Consiglio, di domenica. Dopo una riunione a casa del minisindaco del Municipio IX, a cui partecipò la Raggi». A quella serata partecipò l’altro consigliere municipale che verrà sentito oggi in Procura, Paolo Barros