Impegni economici quasi doppi per i proponenti, divieto di edilizia residenziale, rifacimento di una parte delle tribune dell’ippodromo progettate dall’architetto Lafuente e il rispetto del principio della contestualità, salvo ulteriore verifica ad un anno dall’apertura dello stadio di Tor di Valle. Ecco i principi cardine della Convenzione Urbanistica che il Campidoglio ha spedito nei giorni scorsi alla Roma e che ieri sera è stata pubblicata da Il Tempo. Nella Convenzione è presente la clausola per la futura cessione dei terreni da Eurnova alla Tdv Real Estate, la società creata ad hoc dalla Roma per lo stadio. In più è sottolineato il divieto di trasformare gli uffici o i negozi in case. Tra l’altro, la Roma dovrà anche garantire delle polizze fideiussorie per il costo delle opere a suo carico, polizze che saranno cancellate per il 75% del valore al collaudo preliminare e a saldo in quello definitivo. Le concessioni decadono per inadempimento (e il Comune può chiedere un risarcimento danni) in caso di mancata realizzazione delle opere concordate, difformità delle stesse o trasformazione degli uffici in case.
All’interno della Convenzione ci sono gli impegni economici della Roma, aumentati dai 45 milioni iniziali (ancora destinati all’acquisto di treni) a circa 80. Aumenti che erano già stati presi in considerazione dai proponenti dalle delibere della Conferenza dei servizi. Ci sono dei passaggi ancora da definire, ma l’auspicio è arrivare in tempi brevi ad un testo condiviso, che ottenga l’approvazione del Consiglio Comunale. Poi il passaggio in Regione per l’ok definitivo e l’inizio delle gare europee per i bandi. Considerando i tempi tecnici, nella migliore delle ipotesi la Roma potrà posare la prima pietra nell’estate 2020.
Fonte: Gazzetta dello Sport