IL CORRIERE DELLO SPORT – Per molti aspetti la disfatta di ieri sera riporta alla memoria l’unica altra sconfitta stagionale, quella di Torino con la Juve in campionato. Stesso punteggio (3-0), un giallorosso espulso (ieri Strootman, allora fu De Rossi) e una troppa spregiudicatezza offensiva (tre punte più Pjanic) che Garcia non è riuscito a gestire. E come allo Juventus Stadium, la Roma non è riuscita a segnare. Un’eliminazione che brucia, ma ora la formazione giallorossa deve reagire e tirare fuori l’anima, per proseguire un cammino in campionato che l’ha vista grande protagonista fino a questo momento. Anche se il sentimento rimane nascosto nel chiuso degli spogliatoi, dove c’era gente furibonda più che abbattuta. Benatia, dopo aver cercato in tutti i modi di contrastare Higuain e gli altri fenomeni del Napoli, si impegna in un dribbling tra gli steward per infilarsi in fretta nel pullman e cancellare le immagini di una notte da buttare. De Rossi ha l’aria così seria da non accorgersi che un paio di tifosi del Napoli gli urla un complimento. A Strootman, soltanto un bacio della fidanzata e una pacca sulle spalle dell’amico Mertens strappano qualche sorriso. Già nel derby si era arrabbiato con l’arbitro Orsato per il recupero insufficiente. Ammonito a tempo scaduto. A Napoli è stato addirittura espulso per aver applaudito Rocchi che gli aveva appena sventolato sotto il naso un altro cartellino giallo. Lì è scomparsa la Roma. La «lavatrice» indomabile che scuote i compagni questa volta non si è azionata.