IL MESSAGGERO (G. LENGUA) – La tragedia che ha colpito la famiglia di Sean Cox, il tifoso del Liverpool in coma aggredito ad Anfield, ha turbato Jim Pallotta. Dopo il 4 a 1 al Chievo, il presidente non ha rilasciato dichiarazioni né sulla partita appena terminata né sulla semifinale storica contro gli inglesi, ma ha focalizzato l’attenzione sull’aggressione al 53enne irlandese: «Per colpa di pochi imbecilli si rischia di rovinare il nostro patrimonio culturale. Se è stata possibile una rimonta come quella col Barcellona è grazie al contributo del 99,9% dei tifosi». Un messaggio chiaro e deciso, indirizzato a quella minoranza che con le sue azioni ha sporcato l’immagine del club. Pallotta ha trovato il consenso della gran parte dei sostenitori giallorossi che sabato all’Olimpico hanno fischiato chi ha provato ad insultarlo, è stato diffuso anche un appello in vista di mercoledì sera per provare a rendere lo stadio più unito, con una distesa di giallo e rosso sugli spalti: «Porta la tua sciarpa, la tua bandiera, porta ciò che più ti appartiene da romanista. Coloriamo ogni spazio. Porta la tua voce, non negarla quando ti verrà chiesto di alzarla». Al momento non sono previsti impegni istituzionali per il presidente che ha già incontrato la sindaca Raggi lo scorso 11 aprile.
EUSEBIO: «STOP AI VIOLENTI» Anche Di Francesco, intervistato da Fazio nella trasmissione Che tempo che fa su Raiuno, è tornato sugli scontri di Anfield: «Quelle persone sono una minoranza che non ha nulla a che fare con lo sport: vanno allontanate, perché rovinano l’immagine della nostra stupenda tifoseria». Il tecnico ha qualche problema in vista di mercoledì sera: ieri non si sono allenati né Perotti, né Strootman. L’attaccante ne avrà ancora per una decina di giorni (distorsione alla caviglia), l’olandese, invece, sta provando a recuperare (contusione all’emicostato), ma non è certo il suo impiego. Mercoledì la Roma festeggerà con i 62 mila spettatori il record assoluto di incasso: 5 milioni.