CORRIERE DELLA SERA – R. FRIGNANI – A impressionare sono soprattutto le accette. I teppisti hanno usato il nastro per pacchi per assemblarle con i manici di piccone e creare delle armi micidiali. Poche ore prima del derby di Coppa Italia la polizia ne ha trovate a decine sul lungotevere Flaminio, sotto il Ponte della Musica, ma per fortuna erano già sotto sequestro quando ieri il buio è calato sulla capitale e nessuno ha più potuto usarle. La scoperta di tre arsenali di questo tipo (composti anche da bastoni, picconi, mannaie, bombe carta, liquido infiammabile) anche sotto Ponte Duca d’Aosta e vicino piazzale Maresciallo Giardino — insieme con la caccia a gruppetti di giovani incappucciati che fino a tarda sera si sono aggirati al Foro Italico e poi sul Lungotevere — sono stati fra i momenti più delicati gestiti dalle forze dell’ordine: per ore, anche dopo la fine del derby, hanno sorvegliato non solo l’Olimpico e dintorni, ma soprattutto le piazze del centro (piazza del Popolo, piazza della Libertà e via Cola di Rienzo, a Prati) dove i laziali hanno festeggiato a lungo.
Alla fine il piano di sicurezza per disinnescare una giornata ad alta tensione ha funzionato, nonostante qualche tentativo di farlo saltare: prima della partita, fuori dalla Curva Sud, la polizia ha disperso chi lanciava grossi petardi nello stadio, nel post derby— con i romanisti delusi che hanno abbandonato la zona — è scattato l’allarme per possibili agguati in vari quartieri, con i laziali intrattenuti all’Olimpico per quasi 40 minuti proprio per scongiurare i rischi di un deflusso comune. Alle 22 circa una cinquantina di giovani a volto coperto hanno prima preso a bastonate le auto in sosta su via Cavour, poi si sono spostati verso i Fori Imperiali e il Colosseo lanciando sassi e bottiglie contro la polizia che ha risposto caricandoli. Forse volevano raggiungere piazza del Popolo. Due sono stati fermati, avevano coltelli e rasoi.
A Trigoria altri 300 romanisti arrabbiati hanno atteso il pullman della squadra scortato dalle volanti sul quale c’erano alcuni giocatori: il veicolo è stato colpito da sassi, uova e petardi. In frantumi un finestrino, Burdisso sfiorato dalle schegge. Ma se l’è vista brutta anche una troupe di Mediaset, aggredita dai teppisti: «Ci hanno assalito come fanno i vigliacchi e i delinquenti», ha spiegato l’inviato Paolo Capresi in collegamento dal piazzale fuori dallo stadio. Battibecco invece, con sputi e lanci di monetine, in tribuna stampa dove la polizia ha fermato un tifoso giallorosso in trasferta da Ferrara che se l’è presa con alcuni giornalisti. Un episodio forse collegato alla lite fra due cronisti di testate rivali su internet (Laziosiamonoi. it e Romanews.eu) venuti alle mani e separati dai colleghi e dagli steward. Ma le indagini della polizia si concentrano adesso soprattutto su chi ha nascosto quegli arsenali vicino allo stadio. E su chi, sabato scorso, ha acquistato le accette in un centro commerciale di periferia modificandole poi direttamente nell’area dedicata al bricolage senza preoccuparsi troppo della videosorveglianza. Provocazioni e qualche scaramuccia in strada fra tifosi rivali —specialmente a Prati—ci sono state fino a ieri notte. Scazzottate solo con contusi anche fuori dai pub del centro dove romanisti e laziali si sono incrociati. A unire tutti gli ultrà è stata invece la contestazione a suon di fischi e buu dell’esibizione allo stadio — prima del derby — di Psy, il rapper coreano «padre» del ballo della cavalcata, campione di contatti su YouTube. All’Olimpico, per far sentire i suoi pezzi, gli hanno dovuto alzare il volume al massimo, ma non è servito.