In Serie A ci sono nove proprietari nordamericani: otto statunitensi e un canadese. In questi anni il campionato italiano è stato tra i terreni di caccia preferiti, per un paio di ragioni: bassi prezzi ed enorme margine di crescita. In Serie A, come detto, sono nove: Atalanta, Bologna, Fiorentina, Genoa, Inter, Milan, Parma, Roma e Venezia.
In Premier League i club di proprietà nordamericana sono addirittura dieci: Arsenal, Aston Villa, Bournemouth, Chelsea, Crystal Palace, Fulham, Ipswich, Manchester United, Liverpool ed Everton, la cui acquisizione da parte di Friedkin deve solo ricevere l’ok formale.
Nel momento in cui i fondi d’investimento e gli imprenditori Usa si sono ritrovati in pancia un’enorme massa di liquidità, le attenzioni di molti si sono rivolte verso il calcio. Con due carte da giocare: il potere di spesa e le connessioni con media e intrattenimento.
Come scrive la Gazzetta dello Sport, non a caso, tutti quelli che sono arrivati in Italia hanno in testa la conversione del club in media company, con annesso lo sviluppo infrastrutturale. Finora, per quanto riguarda gli stadi, non è andata affatto bene. E può darsi che, a furia di sbattere contro il muro di gomma eretto da burocrazia e politica, gli zii d’America si stufino e comincino la ritirata.