Luis Enrique ha perdonato da tempo, ma la Spagna non ce la fa. I media si sono scatenati sul “codazo“, o gomitata, di Mauro Tassotto al Mondiale del 1994. Vincemmo 2-1 e loro ricordano con orrore quella partita per il colpo proibito e impunito. I due i sono rincontrati nel 2011 in un Roma-Milan: stretta di mano e pace fatta. Luis Enrique allenava la Roma da qualche mese e il suo destino pareva già segnato. Un’avventura nata sotto i benevoli auspici del suo grande amico Franco Baldini e iniziata malissimo: al debutto all’Olimpico contro lo Slovan Bratislava tolse Francesco Totti che filò dritto negli spogliatoi. La Roma fu eliminata e fischiata. Luis Enrique è ancora così. Abrasivo, franco, onesto al limite della brutalità. Ha litigato con Messi e si è salvato soltanto perchè Xavi ha fatto da paciere.
Come scrive la Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci), quando non ha convocato nessun madridista per questi Europei sapeva che si era attirato le ire della nutrita parte blanca. Lui non ha alcuna voglia di cambiare, di accomodare, di smussare gli angoli di un carattere che è come il suo visto, spigoloso. Nel 2019 ha lasciato il suo incarico per stare al fianco della figlia Xana, gravemente malata. Mesi di strazio, di apprensione, di speranze frustrate dalla prematura morte della bambina, la terza figlia di Luis Enrique ed Elena Cullell. Un dramma famigliare enorme che Lucho tiene vivo sulla propria pelle con la grande X tatuata nell’interno dell’avambraccio sinistro.