Tirana brutta aria. Fa sorridere amaro uno dei tanti post che in questi giorni affollano le bacheche social dei tifosi della Roma tra cancellazioni di voli e hotel, bagarinaggio e biglietti impossibili per la finale di Conference del 25 maggio in Albania.
Un appuntamento desiderato come un sogno che sta diventando un incubo per tanti visto che l’Uefa ha scelto uno stadio da nemmeno 23 mila posti come la Arena Kombetare. Un impianto troppo esiguo per contenere la passione di due tifoserie calde come quelle di Roma e Feyenoord.
Come scrive Leggo, anche il club olandese, infatti, ieri si è lamentato: «Siamo delusi dal limitato numero di tagliandi per questa storica finale. Uno spot come Roma-Feyenoord avrebbe meritato un teatro più grande da almeno 10 mila posti per ciascuna tifoseria». Sì, perché la Uefa da oggi metterà in vendita 10 mila biglietti, ma potranno essere acquistati da tutti i tifosi del mondo. I circa 2000 sorteggiati da ciascun club sono gli unici fortunati ad avere un seggiolino sicuro, ma per raggiungere Tirana si stanno improvvisando moderni Ulisse.
Molti voli low cost acquistati precedentemente sono stati cancellati dalle compagnie che mirano ora ad incassi decisamente più alti visto che un volo da Roma costa circa 700 euro, dieci volte di più della media. Alcuni tifosi partiranno da altre città italiane ma anche in questo caso i prezzi sono lievitati, altri si imbarcheranno con i traghetti da Ancona. Ma chi vorrà pernottare dovrà sborsare almeno altri 400 euro a notte mentre chi vorrà tornare coi charter alle 3 di notte non scende sotto quota 500.
Anche in questo caso, infatti, sono state cancellate le prenotazione pregresse negli alberghi di Tirana. In tutto questo c’è anche la piaga bagarini. Su ebay alcuni tifosi che hanno ricevuto il biglietto gratuito dalla Roma hanno messo in vendita il loro tagliando usufruendo del cambio nominativo. I prezzi: da 800 a ben 5mila euro. Infine, c’è allerta massima per scontri tra ultras del Feyenoord e della Roma dopo i casini del 2015. Per questo dovrebbero dividere la città in due scaglioni.