Il caffè che Francesco Totti aspetta di prendere con i Friedkin, rischia di berlo freddo. La più evidente strategia di Dan e Ryan è l’attesa. Non è stata stabilito il nuovo management, manca un direttore sportivo e a oggi non c’è un piano d’azione. Fienga, ceo di ieri e di oggi incoronato da un comunicato stampa, è un uomo solo: da Milano gestisce in un valzer di appuntamenti un mercato da cui dipende tutta o quasi l’organizzazione sportiva. Il dogma: garantire il taglio di 35 milioni di stipendi. Toccherà a Florenzi e Kolarov, Juan Jesus e Fazio, Pastore e Perotti.
Come scrive la Repubblica, quando il 20 agosto scorso Fienga ha incontrato a Londra Ryan, è stato fissato un elenco di priorità, e al primo posto è stato inserito il nuovo direttore sportivo. Fienga aspetta probabilmente Paratici a ottobre, libero è invece Rangnick, già promesso al Milan: uno scambio di messaggi con i Friedkin c’è stato, ma attualmente il suo è un profilo fortemente sconsigliato. E Totti? Aspetta una chiamata di Friedkin. Apprezzerebbe un ruolo “alla Maldini”, accanto al direttore sportivo.