Totti senza età Segna e sogna in grande: un gol nel nuovo...

Totti senza età Segna e sogna in grande: un gol nel nuovo stadio e in campo fino a 40 anni

SHARE

GAZZETTA DELLO SPORT – M. CECCHINI – C’è un tempo per tutto. Uno per aggredire la vita, un altro per apprezzarla soddisfatti di sé, finché arriva il momento in cui ci si scopre a rincorrerla col fiato un po’ grosso, facendo finta di non ascoltare qualche parola sgradevole, qualche insinuazione tagliente. Ecco, la piccola storia raccontata in un mercoledì d’aprile da Francesco Totti sta tutta qui. Certo, ci sono numeri importanti che parlano di gol (tanti) e di miti ormai ad un passo (pochi), di fedeltà (unica) e di risultati raggiunti (mai abbastanza), ma quella palla collocata alle spalle di Handanovic presupponeva altro, cioè ricongiungersi al passato e farlo tornare presente.
La rincorsa In fondo, la scenografia sapeva tanto di deja vu: Olimpico, Roma all’attacco sotto la Sud, partita inchiodata su un pareggio che avrebbe avuto il sapore della sconfitta. Insomma, la situazione era quella classica in cui c’era bisogno di lui, di un suo gol, della sua corsa liberatoria sotto la Curva. E allora classico è stato anche il finale: palla nel sacco ed esultanza da copione. Quanto basta per riprendere il mano gli almanacchi e annotare il 212° gol in Serie A del capitano della Roma, scoprendo che ha doppiato un tale Roberto Pruzzo, divenuto (meritatamente) bandiera segnando 106 reti in giallorosso. E allora la caccia alla storia dei cannonieri continua. Se Piola pare irraggiungibile (274), Nordahl è più vicino (225), mentre Meazza e Altafini sono ormai ad un passo (216). Ma a Francesco basterà arrivare sul podio?

Mai più vergogna In attesa di scoprirlo, il momento per tornare protagonista è stato quello giusto. Quattro soli gol in campionato per uno come lui sono (quasi) una miseria, così come gli 81 giorni di astinenza rappresentano un’eternità. E poi c’era Lecce da dimenticare per provare a sognare una zona Champions mai abbastanza vicina. «Vedendo in tv quella partita c’era da vergognarsi — ha detto il capitano —. Non potevamo essere quelli, ne ero convinto».

Io & Ale La Roma dei fischi per tutti (tranne per Totti) si è ritrovata nel momento giusto, restituendo centralità a quel giocatore che da vent’anni consecutivi gioca e segna per la stessa maglia come nessuno prima di lui ha saputo fare in Serie A (tra i fedelissimi del gol Nordahl è secondo a 210 gol). Forse non è un caso che più o meno negli stessi attimi l’amico Del Piero abbia piegato la Lazio. È questo, in fondo, il passato che non passa. «Sono stati cinque secondi bellissimi — ha ammesso Totti — Io che segno all’Olimpico e Ale che va in gol a Torino. Magari fosse così tutte le settimane»,

Acciacchi & Stadio Non facile, ma da domenica si ricomincia, anche se un fastidio al costato crea una certa apprensione in vista della Fiorentina. Meglio pensare ad uno stop precauzionale? Non lo conoscete. Il segreto di Totti è nella sua voglia infinita. Quella che lo ha spinto a firmare fino al 2014 (avrà quasi 38 anni) e lo sta facendo guardare già oltre, cioè ad un prolungamento che gli consenta di giocare fino ai quaranta, nonostante abbia già nel cassetto un contratto dirigenziale già siglato che scatterà non appena smetterà di dare calci al pallone. Certo, è presto per delineare scenari, ma se la nuova Roma — come sta facendo la Juve con Del Piero — deciderà che tra due anni arriverà il capolinea sportivo del capitano di una generazione, possibile che gli States diventino il suo futuro. Anche se un nuovo sogno ha già preso corpo: segnare un gol nel nuovo stadio che l’architetto Dan Mesi sta già disegnando e (forse) sarà pronto dal 2015. Obiettivo ambizioso? Certo, ma la capacità di stupire accompagna Totti da quando rumina calcio. Troppo tempo perché sia solo un caso.

 

NO COMMENTS

Comments are closed.