LA REPUBBLICA (R. CAPPELLI) – Francesco Totti ieri è finito sul ‘The Guardian’, autorevole quotidiano britannico, con un articolo del corrispondente da Roma, John Hooper. Questa volta però non per prodezze calcistiche, ma per i suoi presunti rapporti con Luca Odevaine – il“facilitatore” di Buzzi e Carminati, come egli stesso si è descritto ai magistrati – l’ex alto funzionario del Comune.
Hooper ricostruisce i rapporti tra Totti e Odevaine, rifacendosi alla ricostruzione di Lirio Abbate e Marco Lillo nel libro “I re di Roma”, a partire dal 2005, quando morì il padre di Odevaine e Totti, con la moglie Ilary Blasi e il suo personal trainer, pubblicò un necrologio sulle pagine de L’Unità. «Una società di proprietà di uno dei più popolari calciatori d’Europa ha realizzato oltre 500 mila euro affittando al Comune di Roma un fatiscente edificio per uffici come alloggio per senza tetto»scrive Hooper. E continua: «Il Comune sta pagando quasi il doppio del tasso di mercato. La disposizione era stata approvata da un conoscente di Totti». Luca-Odevaine, appunto. «Nulla suggerisce tuttavia – specifica Hooper –che l’accordo tra la società di Totti e il Consiglio comunale sia illegale. Anzi: poiché il calciatore non detiene alcun potere esecutivo nella società, è anche possibile che Totti fosse all’oscuro degli accordi. Molti fattori hanno reso la vi-cenda particolarmente controversa». Tra questi il fatto che la trattativa si concluse con l’affitto dei 35 appartamenti di Tor Tre Teste con un canone di 19 euro al me-tro quadro al mese, mentre all’epoca il prezzo era di 10 euro.