IL ROMANISTA – S. ROMITA – Ci sono delle cose nella vita, e in particolare nella vita di un tifoso, e ancora di più nella vita di un tifoso della Roma, per cui non si può andare avanti e guardare al domani se non si è fatta chiarezza sull’oggi. E già che ci siamo anche su ieri. Che il giorno dopo una sconfitta di questa pesantezza si debba assistere al teatrino polemico tra un già ex allenatore ed un già ex giocatore che si rincorrono con interviste e twitter è il massimo della mortificazione. Mentre sulle nostre teste piovono telefonate, messaggi, mail e offese (e non soltanto sfottò) da tutti i social network del pianeta.
Si dice…ma dai perdere nel calcio ci sta. No, non ci sta. Alla finale di coppa Italia, di questa coppa Italia qui, potevamo perdere solo ai rigori perché al nostro portiere era venuto un infarto sull’ultimo tuffo. Solo così – ripetiamo solo così – avremmo forse accettato la sconfitta, chiedendoci perché prima di chiudere gli occhi non fosse riuscito a deviarla oltre il calcio d’angolo. E lo dico perché si capisca bene che cosa il tifoso romanista pensa. […]
C’era in arrivo Allegri. Se ci si aggiunge di essere andati anche a punzecchiare lo zoccolo duro del tifo mettendo mano al simbolo e aver considerato ufficialmente un errore aver fatto un contratto a Zeman, c’è di che restare molto perplessi. Anche perché via Zeman, via il gioco. Se dobbiamo pensare di giocare d’ora in avanti con lanci lunghi dalla difesa è meglio darsi ad altro sport.