IL ROMANISTA – D. GIANNINI – Un rosario giallorosso nelle mani di Papa Francesco. Un tocco di passione romanista per il Santo Padre. A consegnarglielo una grande tifosa, suor Bertilla. In tanti già la conoscono, da tanto. Da decenni, da quando per la prima volta fece notizia il suo grande amore per la formazione giallorossa. Bertilla, classe 1939, palermitana di nascita ma romana di adozione, non ha mai fatto mistero della sua passione calcistica. Anzi, ha cercato di trasmetterla a tutti. E per tutti si intende davvero tutti. Dagli adolescenti agli adulti. Tutti, Pontefice compreso. Lo aveva già fatto tanti anni fa con Giovanni Paolo II.
Con Karol Wojtyla c’era stato anche un simpatico scambio di sciarpe. Da una parte quella del Cracovia, dall’altra parte quella giallorossa. Tra i due si era instaurata subito una grande intesa e non a caso Suor Bertilla alla morte di Giovanni Paolo II divenne la madrina del Trofeo calcistico giovanile Karol Wojtyla. Quello tra Bertilla e i giovani, un legame fortissimo: «Io da sempre aiuto ragazzi che hanno problemi di vita – spiegò qualche anno fa suor Bertilla a Il Romanista -. Con il mio rosario cerco di portarli sulla strada della fede. E con i colori giallo e rosso cerco di coinvolgerli ancora di più».
Ieri la storia si è ripetuta, in occasione dell’udienza generale in Vaticano alla quale ha partecipato anche il candidato sindaco di Roma, Ignazio Marino che ha donato a Papa Francesco una copia del libro “credere e conoscere” realizzato insieme al cardinale Carlo Maria Martini. Marino, in Piazza insieme a migliaia di persone, ha fatto da accompagnatore a Suor Bartilla che, appena visto il Papa non ha perso un attimo e tanto meno l’occasione per regalare il rosario giallorosso, un rosario benedetto. Mostrandoglielo e dicendo al Santo Padre: «Questa è Roma». Ricevendo da Papa Francesco, grande tifoso del San Lorenzo e che per l’occasione è sceso dalla vettura che lo trasportava, la risposta: «Si vede che è Roma».
Una giornata carica di emozioni quella in Piazza San Pietro. Una giornata che ha legato l’anima religiosa e quella popolare di Roma. Emozioni che Ignazio Marino ha tenuto a raccontare: «Come credente provo sempre una profonda commozione a potere essere in questa piazza vicino al Papa. Oggi poi è una giornata speciale perché sono insieme ai malati e ai disabili che spesso vengono dimenticati e nascosti nella nostra città. Oggi sono qui con loro a San Pietro ma nei prossimi giorni sarò nelle piazze di Roma per testimoniare loro il nostro sostegno e l’impegno serio a fare della nostra città la Capitale della solidarietà e dell’accoglienza».