IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) – Zaniolo non è Totti. Chiaro, nessun giallorosso lo pensa. E neppure Dzeko è Totti. Giovanissimo il primo, maturo il secondo, hanno entrambi il gioco e i colpi diversi dal Capitano. Eppure, insieme, costituiscono in questo momento la fortuna della Roma. Potente, a tratti inarrestabile, Niccolò e non ci vengano a raccontare che giovedì ha incontrato un “pellegrino” turco. No, al contrario: ha fatto ammattire un esperto mestierante come Clichy. Elegante e onnipresente Edin: da lui abbiamo visto assist a occhi chiusi, molto rari per una punta di quella stazza. Il terzo Moschettiere è Lorenzo Pellegrini: non è Pizarro e neppure De Rossi, ma infila la palla verticale a colpo sicuro e arriva al tiro all’improvviso. Fortuna avere giocatori così, perché non sono nuovi acquisti, ma uomini fortunatamente voluti già da Di Francesco. Anche i meriti di Fonseca, però, si vedono nel resto della squadra, con un punto interrogativo ancora in difesa. Oggi a Bologna sarà la prima partita in trasferta, doppia trasferta perché giocheranno anche contro la Grande Icona Mihajlovic: i rossoblù sono davanti, anche grazie alla formidabile spinta dell’allenatore malato. Vincere a Bologna è necessario per tornare alti in classifica, ma sarà letteralmente una montagna da scalare. Forse, senza neppure festeggiare troppo. Però è una prova decisiva, anche per misurare l’organico.