Leicester fatale crocevia ai tempi del miracolo di Ranieri, l’ultima impresa umana in un calcio ormai smisurato, e stasera snodo decisivo per la Roma e per il calcio italiano. Cosa daremmo per una coppa vinta a Tirana il 25 maggio, dopo 12 anni di digiuno, e dopo 14 anni di bacheca giallorossa vuota? (…) Abbiamo un regno da offrire per un cavallo, ossia un giocatore o un allenatore che ci salvi, come King Richard? Non più. Ce l’avevamo, il regno, ma ormai gli usurpatori se lo sono portato via. (…)
Come scrive A.Sorrentino su Il Messaggero, se non abbiamo però più un regno, né merce da scambiare coi sogni, abbiamo ancora la Roma, i suoi giocatori e il suo allenatore. Questa piccola grande squadra ancora da far crescere e moltiplicare, plasmata da Mourinho con alterni successi, ma che intanto è l’unica italiana nelle coppe, e per il secondo anno consecutivo. La Roma punta alla finale di Tirana, e a vincerla. José lo vuole, si sa quanto tenga ai tituli, e anche Dan Friedkin. I destini passano da Leicester, dove corrono tanto e di più, ma non è detto che sappiano giocare al calcio meglio di Mkhitaryan, di Abraham, di Pellegrini e di Zaniolo. (…) Stasera tocca anche a Pellegrini e Zaniolo e a Cristante, dunque, nel vento delle Midlands. (…) Per tornare a sentirsi qualcosa, o qualcuno, in un calcio europeo che ci sembra popolato di alieni. Ma è da qui, che si riparte. E ci vorranno uomini, ovviamente: i tremebondi, in Europa, non fanno strada.