Uno Zeman versione «slow»

Uno Zeman versione «slow»

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IL TEMPO – Più moscio del solito, tranne quando alza l’asticella dei sogni. La Roma, nella sua testa, deve continuare a puntare al massimo obiettivo possibile nonostante il ritardo in classifica. «Siamo da scudetto? Non so, se vinciamo tutte le partite sì e teoricamente siamo in grado di farlo».

Sdengo motiva così il gruppo alla vigilia della partita con il Siena, quella in cui spera di raccogliere la terza vittoria di seguito in campionato: sarebbe la prima volta quest’anno. L’alternativa è tornare sull’altalena della discontinuità. «Per me – spiega il boemo – la squadra era competitiva dall’inizio, è normale che se non vengono subito i risultati i giocatori si tirino indietro e cerchino un nascondiglio. Fa parte di una difesa. Ma io sono sempre per l’attacco e dico che dobbiamo cercare di lottare con gli altri». La Roma ci sta provando, ultimamente in modo diverso da quello che vorrebbe il maestro. «Cerchiamo di fare un certo tipo di calcio, magari negli ultimi tempi sembra che abbiamo fatto meglio perché gli avversari non hanno segnato. In realtà non abbiamo fatto più gli errori che commettevamo prima, sempre individuali».

Eppure qualcuno continua a fargli storcere il naso. Il bacchettato di turno è Osvaldo, che oggi rischia di non esserci per colpa del piede ancora dolorante. «È sicuramente frenato da quel problema – dice Zeman – ma è riuscito a giocare anche delle partite buone nonostante l’infortunio. A Pescara la prestazione è stata negativa e non dipende tanto dall’infortunio». Già: secondo il boemo l’attaccante aveva la testa altrove. A Londra per la precisione, dove è volato subito dopo la gara per l’imperdibile concerto dei Rolling Stones. Osvaldo è questo, prendere o lasciare. Certamente, tra tanti difetti, è anche un ragazzo schietto a tal punto da ammettere che non denuncerebbe un compagno autore di una combine. Pure su questo punto Sdengo non lo segue. «Se uno sa qualcosa la deve denunciare, altrimenti prende la squalifica: sta nelle regole. Bisogna cercare di pulire, se c’è qualcosa da pulire».

Almeno questo problema la Roma non ce l’ha. Tra quelli reali, la convivenza Osvaldo- Destro. «Hanno fatto male insieme da attaccanti centrali nella partita in cui li ha provati Prandelli. Secondo me – precisa il tecnico – se invece stanno più distanti, possono giocare». Oggi Destro sfiderà il suo recente passato. «Dall’inizio dico che è un giocatore importante – spiega l’allenatore sull’ex senese – poi bisogna calarsi nella squadra e fare quello che richiede. Negli ultimi tempi, a prescindere dall’infortunio di Lamela, lo sta dimostrando. Anche durante la settimana». Lo stesso dicasi di Nico Lopez, «l’unico che dall’estate a oggi non ha mai saltato un allenamento». Ma non è affatto detto che tocchi a lui oggi se non ce la farà Osvaldo, perché «deve crescere». L’altro nodo di formazione è il centrocampo, dove Zeman sembra intenzionato a rilanciare Tachtsidis. Ieri ha spiegato il perché: «Più che da regista, Bradley ha fatto le ultime due partite da mediano. È andato molto bene in fase difensiva, ma per fare il regista ci vuole qualcosa che ha Tachtsidis e non lui. Bradley e De Rossi sono più di rottura, mentre Tachtsidis è più di costruzione».

Su Totti, il boemo non smette di sottolineare come giochi «nella stessa posizione e maniera di tredici anni fa. Molta gente, però, ha poca memoria. Dicono non faccia più l’attaccante con me, invece dalle statistiche vedo che ha tirato in porta 50 volte come nessun altro in serie A». Zeman non si scalda su altri temi. «Sneijder? Non so dare un giudizio perché non conosco la verità». Meglio pensare al Siena, di questi tempi un avversario da temere.

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