IL MESSAGGERO (S. CARINA) – La premessa è d’obbligo: sono trascorse appena 5 giornate e l’analisi non può essere che parziale. Tuttavia il campionato non aspetta e affermare che ci si poteva attendere qualcosa in più dai nuovi acquisti estivi (costati al club 88 milioni nell’immediato, ai quali vanno sommati i 29 derivanti dagli obblighi di riscatto: il totale fa 117), non è lesa maestà. Chi per sfortuna (Zappacosta subito out) o per fragilità fisica (Spinazzola ko nelle prime due giornate e ora di nuovo ai box: escluse ieri lesioni muscolari); altri alternando buone prestazioni ad errori gravi (Veretout, Pau Lopez e Mancini); taluni partendo di slancio e poi eclissandosi (Mkhitaryan); chi in ritardo nella condizione fisica (Kalinic) o a livello tecnico-tattico (Diawara) per finire con l’oggetto misterioso Cetin, il mercato furbo’ di Petrachi deve ancora sbocciare. Dalla lista rimane fuori Smalling. Il migliore – insieme a Spinazzola – nella prima ora contro l’Atalanta, ha lasciato intravedere cosa può dare al reparto a livello di dinamicità (13 palle recuperate), tackle e forza fisica. Anche se non si può però nascondere che mercoledì quando è entrato Zapata, è iniziata un’altra partita. Soprattutto per lui. E se il colombiano è stato decisivo – con gol (dove l’inglese chiude in ritardo) palo e assist a Hateboer (non sfruttato) – inevitabilmente la prova del difensore va rivista.
INSERIMENTO DA COMPLETARE – Fonseca aspetta con ansia che i rinforzi estivi completino il loro inserimento e inizino a incidere con maggiore continuità. In primis per avere maggiori possibilità di cambiare la gara in corsa ma anche per far rifiatare alcuni elementi (su tutti Dzeko). Per nome e curriculum, a Lecce si attende il riscatto di Mkhitaryan. L’armeno, pur prendendosi molte pause, aveva fatto sognare con il debutto con gol contro il Sassuolo. Poi sono seguiti la panchina con il Basaksehir, la prova anonima di Bologna e i 25 minuti finali contro l’Atalanta. L’attesa nei suoi confronti va di pari passo con il valore del calciatore. L’ex Arsenal non è uno qualunque. Nel suo paese è una sorta di eroe nazionale (a tal punto che mercoledì all’Olimpico s’è mobilitato per vederlo anche il Presidente della Repubblica armena, Armen Sarkissian) e certamente va considerato tra i più importanti calciatori dell’est europeo di questo secolo. Anche lui deve trovare brillantezza fisica perché a livello tecnico basta rileggere il giudizio di Klopp: «Possiede un’incredibile combinazione di velocità e tecnica. Sono pochi quelli per cui puoi dire la stessa cosa». Capitolo Veretout: il francese s’è confermato un’ottima mezzala ma al netto dello strappo’ vincente con i rossoblù, viene gravato di compiti in copertura che limitano la sua qualità migliore, ossia saper verticalizzare. Postilla su Kalinic: in tre gare, ha fallito altrettante conclusioni a tu per tu con i portieri avversari (2 col Basaksehir e una contro l’Atalanta). Arriveranno di certo tempi migliori, magari già a Lecce.