Ivan Juric, tecnico del Verona, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma:
Si riparte. Hai avuto più difficoltà di quanto pensassi?
“Sì, molto. È una situazione difficile, domani saremo in emergenza, non so chi far giocare”.
Quanto manca per completare la rosa?
“Sapevamo che avremmo dovuto prendere tanti giocatori e che non sarebbe stato facile. Noi come società siamo visti diversamente rispetto all’anno scorso, e questo porta difficoltà. Ieri è arrivato Barak, oggi penso che Favilli sarà all’allenamento. Bisogna lavorare, non puoi buttarli dentro così. Poi ci vuole tempo, anche chi è arrivato a inizio ritiro fisicamente è molto sotto”.
Bisogna dimenticare Amrabat? Si può lamentare del fatto che giocherete degli scontri diretti senza il vostro pubblico?
“È tutto strano. Cercavamo di mettere giocatori al posto di chi è partito, poi quando li vendi a grandi squadre significa che sono giocatori top. Non è semplice sostituirli, bisogna alzare il livello di chi c’è. Per completare la rosa ce ne vogliono quattro o cinque forti. Finora abbiamo lavorato bene, il problema è che non avevamo alternative in casa. Adesso abbiamo preso giocatori che pensiamo possano sostituire i titolari che abbiamo perso, e abbiamo preso giocatori che potrebbero essere alternative in futuro. Bisogna metterne altri quattro o cinque. Per noi sarebbe fondamentale avere il pubblico. Quando uno arriva dall’estero e non parla la lingua, con un impatto così è diverso. Sono partite che giochi in campo neutro”.
A che punto sono i nuovi?
“Abbiamo grande difficoltà dietro, in mezzo e davanti (ride, ndr). Sono arrivati giocatori giusti per noi, ma soprattutto in difesa hanno bisogno di tanto lavoro. Magnani è fuori, Cetin è presente ma ha grandi margini, è molto indietro. Tamèze magari riesce a fare un tempo, Benassi non può giocare perché ha un problema al polpaccio. Gunter se riesce a fare un tempo è tanto. È una situazione di grande emergenza, ma rimango fiducioso che siano i giocatori giusti. È come se si giocasse tra un mese, per la situazione”.
Sei soddisfatto o irritato?
“Non arrabbiato, capisco le difficoltà. Penso che la società abbia lavorato tanto, ma abbiamo trovato situazioni che sono andate come non volevamo che andassero. Sono preoccupato per domani, per l’Udinese, per Parma, perché chi è arrivato è lontano da una forma accettabile. Abbiamo solo quattro o cinque giocatori con una forma accettabile. Abbiamo messo cose buone, ma ci manca qualcosa per concludere, e qualcuno deve uscire. Poi ci metteremo a lavorare”.
Hai studiato la Roma?
“Loro sono a posto. Io non ho un altro da mettere al posto di Gunter, e se va oltre rischia l’infortunio. La Roma gioca più o meno come lo scorso anno, dietro hanno preso Kumbulla, che è quello che gli mancava. Si parla di Dzeko o Milik, non cambia molto”.
Spera di riavere Pessina?
“È fattibile, il problema è che è infortunato. Ci vuole tempo, ma siamo molto attaccati a lui, a livello umano e come calciatore. Ha il nostro spirito, e vogliamo che torni. E anche lui vuole tornare a tutti i costi”.
Cosa ti ha convinto a lasciare andare Verre?
“Non lo so. Francamente non so che risponderti. Devi ragionare anche sui costi, fai valutazioni di questo tipo. E non decido solo io. Abbiamo deciso insieme di non tenerlo”.
E Salcedo?
“È come Pessina, stava crescendo ma non è nostro. Gli altri fanno inevitabilmente il prezzo. Ma mi piacerebbe averlo”.
Come sta Zaccagni?
“Ha fatto una settimana, è un ragazzo che ha bisogno di tanto lavoro. Quando trova continuità diventa importante. Può giocare per uno spezzone, ma non è in condizione per fare tutta la gara”.
Che impressione ha sugli infortuni che avete avuto?
“Ogni infortunio è diverso. Durante il post-Covid abbiamo massacrato i giocatori, specialmente noi. Gli infortuni di adesso sono diversi. Dawidowicz non riesce a recuperare bene, ha avuto un infortunio stranissimo. Gunter solitamente ha bisogno di più tempo. Magnani ha cambiato modo di lavorare, e per Lazovic è un infortunio che si è procurato in nazionale”.
Pensi che le tue richieste possano essere soddisfatte in queste ultime settimane di mercato?
“Devono essere soddisfatte, sennò è la fine. Se fai un mercato in uscita di un certo tipo devi fare un mercato in entrata all’altezza. I giocatori li sceglie D’Amico in base alle caratteristiche, poi ovviamente dobbiamo essere tutti d’accordo. Dall’inizio sapevamo dove dovevamo migliorare. Sennò rimani come prima, con giocatori che sanno quello che devono fare, ma senza miglioramenti”.