CORRIERE DELLO SPORT – A. MAGLIE – Clamoroso all’Adriatico: il Sacerdote del gioco offensivo termina la partita con un solo attaccante, Totti (il migliore in campo). Zdenek Zeman prima incassa l’applauso convinto e riconoscente dei tifosi del Pescara, poi porta a casa tre punti alla fine di una partita che gli almanacchi del calcio dimenticheranno piuttosto agevolmente. (…) Per il tecnico boemo da segnalare la nota positiva della seconda vittoria consecutiva alla vigilia di una nuova trasferta(a Siena) e il temporaneo aggancio della Lazio in classifica. Sembrava una partita dall’esito scontato visto che di fronte c’erano il miglior attacco e la peggiore difesa. Bergodi, al suo esordio (a “benedirlo” dalla tribuna c’era persino Giovanni Galeone, quasi un “padre calcistico”) sulla panchina che fu di Stroppa, ha provato a rafforzare gli ormeggi con un modulo decisamente difensivo ma le cose migliori la sua squadra le ha fatte nella ripresa quando, dopo l’ingresso di Weiss, la squadra si è sistemata con un più coraggioso 4-3-3 (e ha sfiorato pure il pari).
RISULTATO – La realtà è che Bergodi molto dovrà lavorare. Ora la squadra è scivolata all’ultimo posto effettivo visto che il Siena se non fosse stato penalizzato avrebbe in casella più punti. Dovranno stringere i denti, gli abruzzesi, provare a limitare i danni sino al prossimo mercato nell’attesa di qualche innesto di qualità, soprattutto in mezzo al campo (e anche in avanti qualcosa di più robusto ci vorrebbe). Ieri Bergodi è stato tradito persino da uno dei “gioielli” di questa squadra, Perin, che sulla punizione di Totti ha confezionato inconsapevolmente, rinviando verso il centro dell’area, un assist per Destro, lesto e reattivo e tenuto in gioco da Bocchetti, non altrettanto lesto e reattivo. La Roma non è stata né bellissima né continua. Forse il gol arrivato troppo rapidamente ha indotto Totti e compagni a mollare un po’ la presa: invece di galvanizzarli, ha finito per distrarli. La stessa gestione “trapattoniana” nel finale sottolinea la misura della preoccupazione lievitata tra le fila giallorosse. Di buono, Zeman porta a casa solo il risultato che rilancia la squadra in classifica bissando la vittoria sul Torino. Ma continuano a non intravedersi tracce del gioco del boemo, con una squadra sempre troppo lunga e sempre troppo scollata in fase difensiva, con gli attaccanti che aiutano poco e i centrocampisti che si schiacciano troppo.