Moncada Agrigento-Acea Virtus Roma 99-93 d2ts (13-11, 31-30, 55-54, 74-74, 85-85)
Moncada Agrigento: Cuffaro ne, Martin 27, Vai, Evangelisti 27, Chiarastella ne, De Laurentiis 10, Saccaggi 11, Morciano ne, Visentin, Piazza 8, Eatherton 16. All. Ciani
Acea Virtus Roma: Olasewere 11, Meini 11, Maresca 22, Leonzio ne, Callahan 18, Benetti 13, Voskuil 18, Casagrande, Bonfiglio, Zambon. All. Caja
Lunga battaglia per la Virtus Roma, che dopo due tempi supplementari si arrende sul campo di Agrigento. Partita per certi versi spettacolare, ricca si di errori ma anche di intensità e buone giocate. Squadra letteralmente trasformata rispetto alla brutta copia vista sette giorni prima in casa con Ferentino, purtroppo però non sufficiente a portare a casa una vittoria che sarebbe stata quanto mai preziosa. Maresca (22 punti, 3 rimbalzi e 4 assist) riesce a proporre un rendimento costante per tutta la gara, nonstante la gestione di alcuni palloni fondamentali non sia stata troppo lucida. Callahan (18 punti e 13 rimbalzi) e Voskuil (18 punti) hanno viaggiato a corrente alternata, arrivati in riserva sul finire del secondo overtime e usciti poi per cinque falli. Meini (11 punti) gioca una gara dai due volti: tanto efficace in attacco quanto non in grado fisicamente in difesa di reggere alcun tipo di scontro con gli avversari. Ottima prova del giovane Benetti (13 punti e 8 rimbalzi), entrato subito in partita per sostituire un Olasewere ancora una volta alle prese con problemi di falli. Il problema per Caja è stato l’apporto nullo da parte degli altri panchinari, che non sono stati in grado di realizzare neppure un punto. Stellare la prova di Martin (27 punti e 10 rimbalzi) per i siciliani, vero e proprio trascinatore assieme ad Evangelisti (27 con 8 falli ottenuti). Eatherton (16 punti e 12 rimbalzi) ha dominato in area, con Saccagi chirurgico nel piazzare canestri nel momento di estremo bisogno, con Piazza in serata no. In una gara fatta di dettagli la differenza l’ha fatta la maggior lucidità dei padroni di casa, seppur privi del capitano Chiarastella. Ora la situazione di Roma è problematica, con elementi positivi da portare a casa, ma con l’assoluta necessità di tornare a vincere una partita per non dover guardare con timore al prosieguo della stagione.
La partita. Primo quarto che procede sempre in equilibrio, anche nella poca vena realizzativa delle due formazioni. Pochi canestri che servono ad Agrigento a chiudere la frazione sul 13-11. Aumenta la precisione nel secondo quarto, come conferma la bomba di Saccagi che al 15′ vale il +6 siciliano (21-15). Più 5 che i ragazzi di coach Ciani mantengono anche al 18′ (27-22), ma l’Acea rientra fino al -1 (31-30) con Callahan bravo a correggere l’errore di Meini dall’arco a 7″ dall’intervallo lungo.
Al rientro dagli spogliatoi continuano a migliorare le percentuali, senza che nessuna delle due squadre riesca però a scappare. Al +4 Fortitudo del 27′ (51-47) Roma reagisce con un 4-9 a cavallo dei due quarti, portandosi avanti sul 55-56. Martin però è scatenato, tanto che al 34′ il tabellone dice 65-58. Contro break di 0-8 firmato Meini-Maresca-Olasewere e i capitolini sono di nuovo avanti (65-66) al 35′. Vantaggi alternati sino alla fine, con Roma che si presente all’ultimo minuto avanti di 3 (71-74) con la bomba di Voskuil. Risponde però Saccagi e sull’errore sempre di Voskuil si va al primo overtime. Anche nei primi 5 minuti extra nessuno prende in mano la situazione, compreso il finale quando il 2/2 di De Laurentiis dalla lunetta viene replicato da Meini per l’85-85 che vale il secondo o.t. Evangelisti si carica Agrigento sulle spalle, Roma ha il fiato corto e perde Callahan e Voskuil per 5 falli, così le giocate decisive sono proprio del numero 7 di casa, che regala 2 punti preziosissimi ai suoi, al termine di una lotta che avrebbe potuto premiare indifferentemente sia i siciliani che i romani.
Questo il commento di coach Attilio Caja al termine dell’incontro: “Agrigento ha vinto la partita perché ha avuto la testa giusta nei momenti più importanti, i giocatori sono rimasti concentrati senza pensare agli arbitri o al pubblico. La Moncada è una squadra esperta e il suo passato parla per lei, i risultati ottenuti non sono arrivati casualmente. Se avessimo avuto tutti la giusta mentalità stasera avremmo vinto noi, abbiamo avuto diverse occasioni per portarla a casa ma l’aspetto mentale ha fatto la differenza, facendoci sprecare energie preziose per la gara. Oggi i miei italiani sono stati encomiabili per ciò che hanno fatto, ma per vincere c’è bisogno del contributo di tutti. Purtroppo non sempre siamo riusciti ad avere tutti i giocatori con la testa sulla partita, come invece è stato per la Fortitudo”.